Immigrazione e rifugiati: a rimetterci sono donne e bambini [FOTO]

Immigrazione e rifugiati: a rimetterci sono donne e bambini ma i fondi scarseggiano.

Immigrazione e rifugiati, a rimetterci sono donne e bambini. In tutto sono circa 60 milioni di profughi provenienti da ogni parte del mondo, primi fra tutti, al momento, i siriani. Secondo le Ong attive nel paese il conflitto in atto è uno dei più terribili dopo la Seconda Guerra Mondiale con 200mila morti, 3,8 milioni di rifugiati, 12 milioni di sfollati e l’80% del Paese letteralmente al buio. Ma nonostante gli interventi umanitari siano sempre più necessari per far fronte alle terribili conseguenze di questo conflitto e alle nuove ondate migratorie provenienti dal resto del mondo, scarseggiano i fondi tesi a rispondere a tali esigenze. Ovviamente le fasce deboli sono quelle che ci rimettono maggiormente, pensare che gran parte dei rifugiati internazionali sono bambini.

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L’alto commissario Onu Antonio Guterres sostiene che gli aiuti finanziari indirizzati ai rifugiati siano pochi rispetto alle necessità odierne, non solo per quanto riguarda l’emergenza Siria: “I bisogni umanitari nel mondo stanno aumentando, e in modo esponenziale. E’ evidente che i fondi disponibili per rispondere a tali bisogni non stanno aumentando, non stanno aumentando alla stessa velocità. Non soltanto abbiamo meno denaro per bisogni crescenti, ma è denaro limitato per quanto riguarda il modo in cui può essere usato per rispondere a tali necessità”. Pensare che persino i voucher elettronici distribuiti dal Programma Alimentare Mondiale a più di 2 milioni di profughi giordani, libanesi, iracheni, turchi ed egiziani avrebbero subito drastiche riduzioni a causa dei fondi non disponibili. A risentirne è ovviamente tutto il popolo dei profughi, ma soprattutto le fasce deboli, in primis donne e bambini, il cui numero, secondo le stime dell’Unicef, aumenta giorno dopo giorno. E non vale solo per i siriani ma anche per i rifugiati del Kirghizistan, dell’Africa e della Macedonia, che negli ultimi mesi hanno visto triplicarsi il numero di famiglie migranti, ridotte allo stremo delle forze per mancanza dei beni di prima necessità.

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Per non parlare dei 2.5 milioni di siriani che, secondo le stime ufficiali delle Nazioni Unite, necessiterebbero di immediata assistenza umanitaria. Un altro milione risulta invece sfollato nel Paese d’origine, di cui la metà ragazzi e bambini, mentre 190mila profughi risulterebbero sparsi fra Libano, Turchia, Iraq e Giordania, paesi che in questi ultimi tempi hanno deciso di adottare una politica più rigida nei loro confronti.

Secondo quanto riportato dalla ONG AGIRE Cesvi, impegnata sul fronte dell’emergenza Siria, il paese è ormai allo sbando con strutture scolastiche inadeguate, gran parte degli edifici inagibili, scarsità di medicinali e generi di prima necessità. Anche gli aiuti umanitari da parte delle Ong risultano ostacolati a causa della guerra e del moltiplicarsi dei check-point militari che ostacolano gli spostamenti da un punto all’altro del paese. Ciò ha comportato nelle ultimissime settimane un esodo di massa verso i paesi limitrofi, che ovviamente non riescono a far fronte adeguatamente all’emergenza. Basti pensare che il campo giordano di Al Za’atari, secondo i dati di Agire, ha già raggiunto quota 2.200 profughi in una sola notte, la Turchia d’altra parte ha accolto più di 17mila rifugiati in una quindicina di giorni. E fra i profughi ovviamente non mancano madri e bambini al seguito, stremati dalla guerra, dalla fame e dalla fatica. Per il 2015 gli aiuti umanitari ammonterebbero a 8 milioni di dollari ma al momento la copertura è pari al 2%.

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