Impianto tardivo, cos’è? Un’eventualità che rischia di compromettere il buon esito della gravidanza, che va messa in conto in ogni caso, sia che il concepimento sia avvenuto naturalmente sia che si sia effettuata l’Icsi, l’impianto tardivo soprattutto nel secondo caso, può essere sospettato in caso di beta negative, per esempio. Ma cerchiamo di capirne qualcosa in più, di definire con un po’ di chiarezza i contorni di questo ritardo sui tempi, con alcune informazioni sui sintomi e qualche indicazione su cosa fare.
Il concepimento e l’impianto
La gravidanza inizia con il concepimento, ossia la fusione tra una cellula uovo femminile e uno spermatozoo maschile, che insieme danno origine all’embrione. Cioè? Durante un rapporto sessuale non protetto, alcuni spermatozoi risalgono dalla vagina verso l’utero e le tube di Falloppio; al momento della fecondazione, l’ovocita raggiunge le tube di Falloppio, dove possono essere presenti alcuni spermatozoi e il concepimento avviene quando uno spermatozoo riesce a penetrare nell’ovocita e a fecondarlo. A questo punto, l’ovulo fecondato arriva nella cavità uterina.
L’impianto dell’embrione nell’utero e, in particolare, sull’endometrio, si compone di tre fasi: inizialmente, nella fase dell’apposizione, l’embrione si appoggia all’endometrio; nella seconda (adesione) comincia a legarsi al tessuto stesso; nella terza penetra completamente (invasione).
L’impianto tardivo, cosa fare?
Più che cosa fare o cercare i sintomi dell’impianto tardivo, che sono esattamente gli stessi sintomi della gravidanza classica e di un impianto nei tempi canonici, cioè possibili piccole perdite e leggeri crampi, è importante capire cosa, come e perché si verifica questa eventualità.
Nella maggior parte dei casi, con una percentuale che sfiora il 90%, all’inizio della gravidanza l’impianto dell’embrione avviene tra gli otto e i dieci giorni dopo il concepimento. Nella restante percentuale di casi, l’impianto avviene dopo o, purtroppo, non avviene. L’impianto tardivo comporta una serie di rischi da non sottovalutare e può compromettere il buon esito della gravidanza.
In particolare, il pericolo maggiore si chiama aborto spontaneo e, in particolare, aborto precocissimo. Più il ritardo aumenta, più i rischi salgono, di pari passo. Se l’impianto dell’embrione avviene al decimo giorno, si parla di un rischio abortivo pari a circa il 26%, che tocca quota 52% se ritarda di un giorno e, addirittura, quota 86% se avviene al dodicesimo giorno. Perché? Perché l’embrione prima dell’impianto ha un’autonomia limitata; è solo dopo l’impianto che comincia a ricevere ossigeno e nutrimento che gli permettono di svilupparsi e di crescere.