Scopriamo cos’è il tampone vaginale in gravidanza, il costo, come si esegue e come farlo in esenzione. Il tampone vaginale fa parte della lunga lista di accertamenti e controlli utili per tenere sotto controllo la salute della mamma e del bambino durante la gestazione. Il tampone va eseguito tra la trentacinquesima e la trentasettesima settimana e verifica l’eventuale presenza dello streptococco beta emolitico nel secreto vaginale.
Come si fa
Il tampone in gravidanza è un esame semplice e indolore. Ecco come avviene la preparazione: un tampone, un piccolo strumento simile a un banale cotton fioc, viene imbevuto con un campione di secreto vaginale, che, poi, verrà sottoposto a una serie di analisi specifiche in grado di evidenziare la presenza dell’agente patogeno. In alcuni casi si effettuano anche un tampone rettale e un tampone cervicale, se prescritti dal ginecologo. Spesso si usa l’espressione “tampone vaginale” per indicare anche quello cervicale ma non sono esattamente la stessa cosa: quest’ultimo serve infatti a individuare la presenza di microrganismi patogeni responsabili di processi cervico-uterini mentre il tampone vaginale individua la presenza di microrganismi responsabili di processi infettivivaginali.
Come prepararsi e quando farli? Per prima cosa bisogna prenotarlo in una data non prossima al ciclo e astenersi nelle 24 ore che precedono il test dai rapporti sessuali. Vanno sospesi il giorno dell’esame sia bagni che lavaggi vaginali così come eventuali cure a base di creme e ovuli. Dove si fa e quando andare in ospedale? Come premesso, il tampone va eseguito tra la 35esima e 37esima settimana; lo si può fare direttamente in Ospedale oppure può essere eseguito dal ginecologo su richiesta.
I risultati del tampone vagino rettale, sottoposto a tutte le analisi del caso presso un laboratorio specializzato, sono solitamente disponibili nell’arco di una settimana.
Perché farlo?
Il tampone vaginale è un esame utile per individuare la presenza dello streptococco, un nemico della salute della mamma e del nascituro, che, per evitare rischi a carico di entrambi, va individuato e smascherato in anticipo. In particolare, lo streptococco beta emolitico gruppo B, che è normalmente presente nell’apparato riproduttivo e nel basso intestino delle donne sane nel 15-20% dei casi, potrebbe entrare nel circolo sanguigno del bambino durante la nascita, sia che il parto avvenga naturalmente o con il taglio cesareo. In questa eventualità, il piccolo può essere vittima di un’infezione da streptococco che causa la comparsa di diverse patologie, come la meningite e la polmonite. Da non sottovalutare anche le implicazioni per la mamma, perché l’infezione da streptococco può provocare la rottura delle acque e il parto prematuro. Le cause di un tampone positivo in gravidanza dipendono quindi dalla presenza dello streptococco nella madre. In questo caso lo specialista prescrive una terapia antibiotica per scongiurare rischi per la gestante e il bambino.
Come si prende
Lo streptococco non si prende in alcun modo particolare perché come premesso, fa parte della flora batterica della mucosa genitale e del basso tratto intestinale, e nella maggioranza delle donne risulta assolutamente innocuo. E’ in alcune circostanze come la gravidanza che lo streptococco beta emolitico di gruppo B può diventare pericoloso perché si corre il rischio di trasmetterlo al bambino, soprattutto durante il parto.
Il costo
Il tampone vaginale, pur essendo uno degli esami vivamente raccomandati durante la gravidanza, non rientra tra gli accertamenti garantiti dal Servizio Sanitario Nazionale. Almeno non in tutte le regioni. Infatti, se in alcune regioni per effettuare questo esame in regime di esenzione è necessario rientrare in particolari categorie di gestanti, cioè con gravidanza a rischio o con fascia di reddito molto bassa per esempio, in altre è gratuito. In linea di massima, quando non è oggetto di esenzione ed è a carico della gestante il costo per il tampone vaginale in gravidanza si aggira tra i 14 e i 35 euro.