Perdite acquose prima e dopo il ciclo: cause e cosa fare

Cosa fare e non fare in caso di perdite acquose? Ecco tutti i consigli da mettere in pratica nel caso di perdite trasparenti!

Quando si notano delle perdite acquose prima e dopo il ciclo, è bene conoscerne le cause per sapere cosa fare e non fare e soprattutto come risolvere il problema.

Nella maggior parte dei casi, queste particolari secrezioni sono una circostanza assolutamente normale da annoverare tra le eventualità fisiologiche che interessano l’apparato riproduttivo femminile, quindi non è necessario rivolgersi al ginecologo.

Altre volte, invece, questo tipo di perdite vaginali possono essere la spia di alcune infezioni batteriche presenti nella donna, come nel caso delle perdite bianche acquose. Vediamo più in dettaglio di che cosa si tratta!

Cause delle perdite trasparenti

A differenza di altre tipologie di secrezioni vaginali, quelle acquose non dovrebbero destare troppa preoccupazione nelle interessate, perché nella stragrande maggioranza dei casi non sono il sintomo di un disturbo o di un’anomalia, ma solo la manifestazione più evidente di un fenomeno fisiologico assolutamente normale.

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Quello che devi sapere sulle perdite acquose – Pourfemme.it

Anzi, spesso, le perdite dalla consistenza acquosa, prive di odore, trasparenti e chiare, sono da considerare il segno del buon funzionamento dell’organismo femminile: sono infatti una sorta di meccanismo di difesa con cui si espellono cellule morte e batteri potenzialmente pericolosi, per la salute e l’equilibrio dell’apparato genitale femminile.

Tuttavia, le cause che provocano delle perdite acquose possono essere diverse e non sempre di natura completamente fisiologica. Ecco di seguito le principali.

Prima del ciclo

Le perdite acquose che compaiono prima del ciclo possono essere la normale conseguenza dell’aumentata lubrificazione degli organi genitali interni, oppure può trattarsi della perdita di un po’ di urina, per ragioni che non devono allarmare se il fenomeno non è accompagnato da cattivi odori, prurito o irritazioni.

In alcuni casi, però, possono anche essere le prime avvisaglie di una gravidanza. Solitamente, le secrezione che annunciano il concepimento sono delle perdite bianche, determinate dai cambiamenti ormonali già in atto nel corpo della donna all’inizio di una gravidanza.

Durante l’ovulazione

Non è raro che nei giorni immediatamente precedenti, e nel bel mezzo dell’ovulazione, si notino delle perdite acquose. In questo preciso periodo della vita di una donna, le perdite vaginali, di per sé più abbondanti, diventano più alcaline ed acquose.

Diminuiscono la propria viscosità per facilitare l’eventuale passaggio degli spermatozoi e la fecondazione della cellula uovo.

Dopo il ciclo

I sintomi legati al flusso mestruale variano da donna a donna, ma in un modo o nell’altro, tutte osservano delle secrezioni vaginali dopo il ciclo.

Per alcune si tratta di perdite trasparenti di consistenza acquosa, per altre invece sono secrezioni, sempre incolori e inodori, ma di natura più filamentosa.

Questi fenomeni possono continuare per alcuni giorni dopo il ciclo ed essere causa di una maggiore lubrificazione delle parti intime e una protezione in più per la difesa da possibili agenti patogeni.

Dopo un rapporto

Osservare delle perdite acquose e filamentose immediatamente prima e dopo un rapporto sessuale è normale.

Tale fenomeno è presente in tutte le donne e indica la messa in atto di due processi fondamentali: il primo è l’eccitazione sessuale, infatti se nell’uomo è data dall’erezione, nella donna è evidente con delle secrezioni trasparenti.

In secondo luogo, invece, sono essenziali per la protezione della vagina e delle mucose intorno ad essa, le quali, inumidendosi, non generano attrito, e quindi dolore, durante la penetrazione e non subiscono lesioni di alcun tipo.

Nello specifico, è possibile distinguere tre diversi tipi di secrezioni:

  • muco cervicale, secreto dalla cervice, ha una consistenza fluida e poco densa per agevolare la risalita degli spermatozoi verso l’ovulo;
  • fluido di lubrificazione vaginale, è presente in quantità maggiore nelle secrezioni visibili dopo un rapporto perché utile a rendere più facile l’inserimento del pene in vagina;
  • liquido seminale femminile, eiaculato dalla donna in piccole quantità ad ogni rapporto anche se non raggiunge l’orgasmo, ma la sua funzione non è ancora stata chiarita.

Dopo l’attività fisica

Alcune donne hanno osservato che dopo un intenso sforzo fisico, in palestra o dopo lo sport, si manifestavano delle perdite vaginali.

Nella maggior parte dei casi dopo l’attività fisica sono da ricondurre ad una involontaria stimolazione delle ghiandole della zona.

Il fenomeno il più delle volte è temporaneo e non associato ad altri problemi fisici rilevanti, per cui l’uso di salvaslip è sufficiente a limitare i disagi.

Tuttavia, il problema non è da sottovalutare se si presenta per più giorni consecutivi e in maniera frequente.

In gravidanza

Maggiori preoccupazioni possono essere date dalle perdite acquose in gravidanza. Tuttavia, le perdite acquose, anche in questo caso, non sono un campanello d’allarme, ma il segnale del buon funzionamento organico.

In particolare, potrebbero essere la conseguenza del diverso apporto ormonale nella prima fase della gravidanza, a cui il corpo deve progressivamente abituarsi.

Inoltre, possono indicare una temporanea incontinenza urinaria nella seconda parte della gestazione, ovvero quando l’ingrossamento del feto va a schiacciare sempre più la vescica.

Quando preoccuparsi in caso di perdite abbondanti

In certi casi, seppur rari, possono essere un campanello d’allarme che indica la presenza di un problema patologico associabile a possibili infezioni vaginali.

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Tutte le informazioni necessarie sulle perdite acquose- Pourfemme.it

Spesso si tratta di infezioni dovute a malattie sessualmente trasmissibili o ad infiammazioni dell’apparato genitale della donna, di cui le più comuni sono:

  • vaginosi batterica
  • Trichomonas vaginalis
  • Chlamydia
  • Gonorrea
  • Herpes genitale
  • Candida

Come abbiamo visto prima, le perdite fisiologiche non vengono accompagnate da alcun tipo di disturbo o sintomo.

Questo può aiutare a individuare la presenza di un’infezione vaginale batterica, perché, in questo caso, si dovrebbero riscontrare i seguenti sintomi:

  • dolore intimo
  • perdite maleodoranti
  • prurito e arrossamento
  • sanguinamento anomalo
  • alterazioni nelle secrezioni vaginali di consistenza e colore
  • perdite abbondanti e frequenti

Nella maggior parte dei casi, non trattandosi di un sintomo pericoloso, non è necessario intervenire se si verifica il problema, soprattutto se le perdite scompaiono spontaneamente e si risolvono in poco tempo senza sintomi annessi.

Se, invece, sono accompagnate da cattivo odore intimo o altri disturbi vaginali, è importante rivolgersi subito al ginecologo per verificare, o escludere, la presenza di infezioni o altre possibili problematiche.

L’esperto potrà valutare il problema prelevando un campione di secrezione con un tampone vaginale e analizzandolo in laboratorio. In questo modo potrà individuarne le cause e intervenire con la cura più adeguata.

7 consigli per prevenire le perdite acquose vaginali

Per prevenire la comparsa di perdite trasparenti di natura patologica è necessario fare particolare attenzione al proprio stile di vita.

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Le info utili sulle perdite acquose – Pourfemme.it

Infatti, sono molteplici le abitudini errate che potrebbero causare delle alterazioni nella flora batterica vaginale dando così inizio alle infezioni.

Per prevenire qualsiasi problematica sono da ritenersi utili alcuni semplici consigli:

  1. seguire un’alimentazione variegata e ricca dei preziosi elementi nutritivi utili per il buon funzionamento di tutte le funzioni biologiche dell’organismo, assimilando nelle giuste proporzioni carboidrati complessi, grassi saturi, proteine, fibre, vitamine e minerali;
  2. idratare giornalmente il corpo, bevendo almeno 2 litri d’acqua al giorno, anche grazie al consumo di tisane e infusi, in modo da mantenere sempre pulite e funzionali le vie urinarie, le cui infezioni passano da quelle vaginali e viceversa;
  3. limitare la biancheria intima sintetica e i pantaloni troppo stretti, per evitare irritazioni o infiammazioni vaginali dovuti allo sfregamento con tessuti nocivi o alla poca traspirabilità della vagina, causando una variazione nel suo Ph;
  4. usare il più possibili detergenti intimi neutri, senza eccessive profumazioni o sostanze chimiche, le quali potrebbero anch’esse modificare il Ph vaginale e causare vaginiti. Inoltre, effettuare una giornaliera e accurata igiene intima, evitando lavande e deodoranti vaginali;
  5. favorire l’utilizzo di indumenti traspiranti e creati con fibre naturali, quali il cotone puro, per evitare problemi di sudorazione o umidità nelle zone intime che potrebbero dar sfogo alla proliferazione di batteri infettivi;
  6. evitare i rapporti sessuali non protetti, specie con partner di cui non si conosce la storia clinica. In alcuni casi, le infezioni dell’uomo sono asintomatiche e quindi non visibili ad occhio nudo, ma potrebbero causare diversi e gravi problemi all’apparato genitale e urinario femminile;
  7. limitare l’assunzione di farmaci, quando possibile, e non abusarne mai per troppo tempo poichè, in particolare gli antibiotici, indeboliscono il sistema immunitario e lo rendono vulnerabile di fronte alle infezioni.
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