Ashley Madison ha condiviso un interessante report sulle relazioni non monogame e la nuova generazione. I risultati sono davvero interessanti: sembra infatti che il 22% degli intervistati sia concorde nell’affermare che la società potrebbe beneficiare di un’apertura verso la non monogamia.
Il dato che balza più all’occhio è senza dubbio il fatto che il 26% delle donne intervistate stia vivendo una relazione non monogama, mentre più della metà (il 65%) non crede nelle relazioni monogame.
Ma cosa vuol dire relazione non monogama? E come possiamo commentare questi dati? Ne abbiamo parlato con la Dottoressa Marta Giuliani, psicologa e psicoterapeuta, che ha gentilmente risposto a tutte le nostre curiosità.
Salve Dottoressa, si presenti alle nostre lettrici e ai nostri lettori di Pourfemme!
Sono una psicologa, psicoterapeuta esperta in sessuologia clinica e mi occupo di salute e benessere sessuale da più di 10 anni, in diverse modalità: principalmente la clinica perché lavoro e sono socia fondatrice della Società Italiana di Sessuologia e Psicologia.
Sono inoltre docente in 3 diversi master, e lavoro nell’ambito della ricerca, settore che impegna molto a livello di tempo ma che è fondamentale per rispondere alle novità e all’arricchimento della sessualità in questi ultimi anni.
Dallo studio condotto da Ashley Madison (piattaforma internazionale per chi è alla ricerca di love affair extraconiugali) emerge che il 26% delle donne sta vivendo una relazione non monogama. Da quali fattori può essere dovuta questa percentuale?
L’indagine ha sdoganato un dato fondamentale, ossia che il pregiudizio legato alla sessualità femminile è ancora tanto presente, perché questi dati sul femminile stanno facendo particolarmente scalpore.
Dal punto di vista tecnico ci rimanda a come vengano viste in modo stereotipato tutte le manifestazioni della sessualità femminile che esulano da quelli che possono essere i canoni più normativi o più statisticamente riconosciuti nella sessualità.
In realtà un po’ di studi e un po’ di esperienza mostrano che la sessualità femminile è estremamente variegata. La donna, a volte anche più dell’uomo, all’interno di relazioni stabili tende ad affievolire il desiderio sessuale se non adeguatamente stimolato se fin dai primi anni. Quindi non risulta per noi particolarmente strano che la donna possa cercare una modalità di espressione della propria affettività e della propria sessualità in più aree di relazione.
Quando parliamo di relazioni non-monogame stiamo parlando di relazioni consensuali, quindi non è solo la donna a ricercare questa forma alternativa di relazione ma c’è un consenso col partner.
Non è una cosa nascosta quindi?
Assolutamente no. La relazione non monogama è aperta, tanto che viene definita etica. Stiamo parlando di partner che insieme decidono di aprire la loro coppia.
La non monogamia spesso è interpretata come una sorta di egoismo, di non volersi dare del tutto sempre e solo a una persona. Lei cosa ne pensa?
Io penso che sia una visione frutto del pregiudizio, intesa come una non conoscenza di quello che sono le relazioni non monogame perché devono rispondere a una serie di requisiti per essere considerate tali. Abbiamo quindi la fedeltà delle regole, abbiamo una reciprocità, equità di genere.
Molto spesso tendiamo a immaginare questo tipo di relazione come disimpegnata. In realtà, viste le caratteristiche stesse di questo tipo di relazione, c’è una condivisione molto più ampia del proprio vissuto, dei propri bisogni e desideri rispetto alle altre coppie e c’è una ricontrattazione continua di quelle che sono le regole che la coppia si crea.
Nella coppia monogama viene definito il tradimento quando si disattende la non esclusività della coppia, mentre nella non monogamia il tradimento viene visto quando non si rispettano quelle regole che la coppia si è data.
In una relazione che dura da tantissimi anni, le relazioni occasionali possono fare bene a una coppia? Sono rare o possiamo considerarle normali?
Se si parla delle relazioni monogame, sono abbastanza comuni, ma anche qui bisogna uscire dalla logica di considerare il tradimento come prodotto unicamente da una crisi della relazione.
Alla base del tradimento possono esserci tantissimi fattori, anche individuali, legati più alla persona che alla conflittualità col partner.
Si tratta di situazioni che vanno discusse col partner, e ci si può trovare davanti ad un bivio: alcune coppie non riescono a sopportare la frattura che si crea per una questione di fiducia oppure può rappresentare una rinascita nella coppia.
La coppia per potersi rifondare dopo un tradimento, deve passare una serie di step, da quelli iniziali (rabbia, conflitto, dolore, senso di colpa) deve poi trovare delle motivazioni interne per potersi nuovamente ristrutturare.
La non monogamia concordata, ovvero, entrambi i partner condividono questa consapevolezza: è difficile da accettare? Possiamo dire che si tratta di un fattore per lo più culturale?
Qui si ritorna alla coppia non monogama realmente concordata, la differenza la fa il consenso.
Se uno dei due partner accetta di entrare in una relazione non monogama per paura della solitudine, per una sorta di ricatto più o meno velato di abbandono, non si può realmente parlare di un consenso all’interno della coppia e ci sarà una sofferenza nel vivere una situazione relazionale di questo tipo.
Come nascono le relazioni non monogame?
Solitamente uno dei due partner gradualmente si spinge nel proporre delle prime aperture della coppia. A quel punto i partner ne parlano e trovato un accordo, la coppia inizia a sperimentale step by step dei livelli di apertura. Ogni volta si torna e si condivide il proprio vissuto in relazione all’altro. Si comincia così a delineare il confine specifico di quella specifica coppia.
Secondo lo studio, i Millennials e la Gen Z sono piuttosto favorevoli alle relazioni non monogame. Ciò significa che stiamo andando verso un nuovo modo di intendere la coppia?
Non penso che stiamo andando verso un aumento statistico della non monogamia. Penso che stiamo andando verso un miglioramento dell’espressione della libertà sessuale.
Come dimostrano i dati del report sulla non-monogamia di Ashley Madison, se prima la monogamia classica era l’unica forma di relazione riconosciuta che poteva essere anche solo pensata, oggi non è più così. Forse le nuove generazioni saranno meno imbrigliate in costrutti normotipi o culturali e più liberi di esprimersi come meglio credono, anche con un rapporto monogamo o non monogamo, ma saranno liberi di scegliere.