Partita dai mercati e dalle botteghe di quartiere, la “moda modesta” prima approda sui siti di e-commerce e sulle passerelle, ora è riuscita a monopolizzare TikTok e Instagram. Si tratta della moda che celebra il compromesso tra gli abiti della cultura musulmana e le proposte del fashion system occidentale: look incredibili senza rinunciare al super glamour come l’hijab.
Sul social delle challenge virali, l’hashtag #modestfashion è riuscito a totalizzare oltre 1,3 miliardi di visualizzazioni. Tutto questo merito del lavoro di giovani influencer che, attraverso dei curiosi tutorial, propongono ai millennial e alla Generazione Z una narrazione differente e moderna di un dress code che è legato alla tradizione ma che si unisce alla moda senza uscire dalla linea da rispettare.
Mercato in rapida ascesa
Non hanno perso tempo, i vari marchi che, attraverso lo studio di operazioni di marketing, hanno cercato di attirare l’attenzione di un target che sceglie di vestirsi in base ma che è legato a dei diktat imposti dalla fede religiosa. Così, aziende come Asos e Reebok si sono inserite pian piano in un mercato a loro completamente sconosciuto lanciando collezioni e cercando la collaborazione di webstar per ampliare il proprio business.
“Negli ultimi tempi, ho notato che, nei look, sono soprattutto i Gen Z quelli più propensi a dare libero sfogo alla creatività – ha spiegato a Vogue Business la 26enne tiktoker Maha Gondal – lo stesso discorso vale per la moda modesta. Non devi rinunciare a un vestito troppo corto se trovi il modo di sovrapporlo ad altro, facendo funzionare l’ensemble”.
Il blogger britannico Mohamed Sharif, nel 2020, ha aperto un account Instagram dove mescola un gusto minimal al background musulmano. “La mia missione è sempre stata una: lavorare con brand di un certo peso per aprire gli occhi del mondo su questa moda che non deve essere più di nicchia”. Stesso obiettivo condiviso anche dalla collega Nawal Sari: “I retailer dovrebbero iniziare a prendere in considerazione il nostro parere anche per capire quali prodotti realizzare e quali no”