Pensione di reversibilità: quanto ti spetta se tuo marito muore

Alla morte del pensionato gli eredi hanno diritto a ricevere la sua pensione secondo varie modalità: quanto ricevi se sei sua moglie?

Durante gli anni di attività lavorativa tutti i lavoratori, dipendenti o autonomi, sono tenuti a versare i contributi. Questi, oltre a costituire la futura pensione del lavoratore, servono a finanziare lo Stato, nonché le pensioni di chi oggi è già in ritiro.

Ebbene, trascorriamo decine di anni a versare contributi e quando arriva il momento della pensione (nella maggior parte dei casi a 67 anni di età o dopo aver versato almeno 20 anni di contributi) possiamo finalmente goderci i frutti del nostro lungo lavoro. Non è raro, però, che durante quegli anni un pensionato venga a mancare, lasciando ad esempio moglie e figli.

Cosa succede ai contributi che ha versato nell’arco della vita? Solitamente la pensione passa ai suoi eredi secondo modalità differenti. Esistono infatti la pensione di reversibilità, la più comune, la pensione indiretta (che si differenzia dalla prima solo per il fatto che il defunto non era ancora in pensione al momento del decesso), o la cosiddetta indennità di pensione. Facciamo dunque un breve excursus per capire come gli eredi possono beneficiare della pensione ai superstiti.

Pensione ai superstiti: in che percentuale spetta la pensione agli eredi del defunto?

Innanzitutto bisogna tenere presente che le prestazioni nei confronti degli eredi del deceduto hanno principalmente lo scopo di tutelare le esigenze di vita della famiglia cui il defunto contribuiva. Ciò soprattutto in caso di eredi non economicamente autosufficienti. Poniamo ad esempio che la moglie fosse una casalinga e che alla morte del marito rimanga senza un’entrata economica: in questo caso la pensione di reversibilità risulterà fondamentale.

Pensione ai superstiti percentuali
Alla morte del pensionato i suoi eredi hanno diritto a ricevere la pensione del de cuius (Pourfemme.it)

In particolare la reversibilità spetta al coniuge nella misura del 60% del totale. Bisogna tenere presente che il coniuge non è il solo erede che ha diritto a una percentuale della pensione. Nello specifico ai figli spetta un’aliquota del 20% a testa, ma se si tratta di un orfano la percentuale sale al 70%. Due orfani arrivano all’80%, mentre tre o più orfani al 100%. A questo proposito si deve inoltre specificare che in ogni caso la prestazione massima non può superare il 100% della pensione del defunto.

A scalare la reversibilità viene versata anche ad altri parenti, ad esempio ai genitori o ai fratelli o sorelle del defunto. In questo senso la pensione di reversibilità si distingue dall’indennità di pensione. Si tratta di una liquidazione una tantum calcolata moltiplicando il valore dell’assegno sociale per gli anni di contributi versati, che può essere corrisposta solo a coniugi e figli del de cuius.

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