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Intervista ad Alessia Foglia: come diventare una Yes Girl, istruzioni per l’uso

Consulente d’immagine, personal shopper, insegnante, volto di QVC Italia, ha un blog che contiene tendenze di moda, idee di stile, ma anche consigli di viaggio. È ambasciatrice dell’approccio pro-age e del pensiero “Yes Girl”, vale a dire non buttare mai le occasioni: Alessia Foglia è un turbine di idee, buonumore, e la sua storia è di ispirazione per moltissime donne che la seguono sui social.

Mai dire mai! Alessia è la persona giusta per chi ama il mondo del digital e per chi si vuole mettere in gioco, soprattutto perché, come dice, “Abbattiamo questo tabù che le donne di 50 anni non possono stare su Instagram!”.

Di recente ha scritto una guida dal titolo “Vinted: i miei segreti per monetizzare e fare acquisti sicuri”. Noi di Pourfemme l’abbiamo intervistata per voi, ci ha raccontato dell’esperienza su Vinted e ci ha anche svelato qualche cosa in più su di lei. Conosciamola meglio!

Ciao Alessia! Come è nata l’idea di scrivere una guida su Vinted?

Parte da un’idea di condivisione. Vinted è una delle grandi novità online soprattutto per quanto riguarda le app per vendere e acquistare in maniera indipendente.

Mi sono avvicinata a Vinted con un po’ di sospetto, come penso facciano un po’ tutti. Successivamente mi sono resa conto che in realtà è una grandissima opportunità per svuotare il nostro armadio e per dare una seconda vita a dei capi che poi oggettivamente non usiamo più e ci vanno a bloccare l’armadio.

Avendo avuto nei primi 6 mesi un riscontro fortissimo e potentissimo a livello di guadagni, ho voluto condividere la mia esperienza arricchendola con quelli che sono i trucchetti da insider, perché poi io lavorando sul digital e sui social ho un’attenzione particolare verso quelli che sono i trick per monetizzare in modo sicuro. Ho voluto creare un’idea di shopping sempre più intelligente e sostenibile.

Se si può anticipare, qual è quel dettaglio che hai notato che spesso manca agli altri account e che invece permette di acquisire un appeal maggiore su Vinted?

La prima cosa che ho notato è la somiglianza con Instagram, nel senso che è una piattaforma visual. Quindi come Instagram tu scorri una serie di immagini (in questo caso foto di oggetti) e ci si rende subito conto della poca cura che molti account hanno nel fotografare le cose. Tutti noi siamo attratti da una foto ben fatta, quindi il primo trucchetto riguarda l’attenzione che è necessaria mettere in uno scatto.

Per esempio, fare attenzione che non ci sia la scopa elettrica sullo sfondo, dei sacchetti buttati per terra….fino ad arrivare una cura di un certo tipo nel presentare il capo, ciò crea una maggior possibilità di acquisto da parte di un utente che vede per esempio una giacca ben stirata su una stampella con la luce giusta, con lo sfondo giusto..

Cosa diresti a una persona che ha problemi ad avvicinarsi a Vinted?

La guida nasce proprio da questo, io stessa avevo un po’ di timore! Inizialmente ricevevo su Instagram diverse domande. Le difficoltà più grandi erano sull’utilizzo e sull’efficacia della piattaforma stessa, sul capire che ti dà delle possibilità importanti. Secondo me è fondamentale andare oltre la paura iniziale di non essere in grado di gestire e buttarsi.

È una piattaforma che dà la possibilità di andare a interrompere quegli acquisti compulsivi che comunque vanno ad alimentare una catena di inquinamento ambientale. Rientra in un’idea di riciclo che mi piace molto.

Si può dire che “il buttarsi” è una metafora di vita?

Sì assolutamente, io sono diventata una yes girl perché mi sono resa conto che tante opportunità che ci capitano, l’avere l’attitudine di dire di sì anche alle cose nuove ci può aprire veramente delle porte infinite. Io questo l’ho visto da quando ho lasciato il mio lavoro per dedicarmi a questo a tempo pieno.

Mai avrei pensato di fare televisione con QVC, non ero interessata e quando me l’hanno proposto dopo un’iniziale titubanza ho detto di sì andando incontro alle mie paure, alle mie perplessità, a quelle che erano una cosa programmata. Il buttarsi fa parte della mia indole e anche in questo caso, perché non mettersi alla prova uscendo dalla nostra confort zone?

Cosa vuol dire essere una style consultant?

Il primo corso che ho fatto allo IED 15 anni fa è stato “Personal shopper e consulente d’immagine”. È partito tutto da lì perché subito dopo ho aperto il blog, e intanto continuavo a lavorare come dipendente, ero responsabile immagine e comunicazione in un’azienda, era una mia passione parallela.

È cambiato molto negli anni perché inizialmente era un servizio di personal shopper e consulenza d’immagine classico. Adesso cambiando il mio approccio alla moda è cambiato anche il mio approccio a questo mestiere. Oggi faccio dei corsi ma sono sempre più volti alla persona e non all’abito.

Apro sempre i corsi con una frase di Saint Laurent che mi piace molto: “la cosa più importante in un abito è la persona che lo indossa”, e io ne sono convinta!

La mia consulenza d’immagine parte dalla persona, perché ognuno di noi è diverso e deve, attraverso l’abbigliamento, esprimere la propria personalità indipendentemente da quelle che sono le tendenze.

Consulente d’immagine: Se io volessi intraprendere il percorso, da dove devo cominciare?

Da un bel corso. Quello della personal shopper e consulente d’immagine è un bellissimo lavoro, è un lavoro di appeal, che dà degli sbocchi, è un lavoro per reinventarsi perché uno lo può fare anche per passione o come secondo lavoro.

Come in tutti i mestieri la formazione è fondamentale.

E ora una curiosità: su Instagram qual è il complimento più bello e l’insulto più pittoresco che tu abbia mai ricevuto?

Sono molto fortunata e non ho i cosiddetti haters, probabilmente perché mi pongo in maniera molto vera. Il complimento infatti è proprio questo, mi dicono “ci piaci perché si vede che quello che racconti ti appartiene, si vede che quello che dici sei tu”.

Published by
Francesca Secci