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Analisi logica: insegnarla ai bambini

Come ve la cavate con l’analisi logica? Sì, avete capito bene, proprio quell’utilissimo sistema per individuare l’ordine delle parole che dà significato alla frase. Parliamo di grammatica italiana, naturalmente. Se volete aiutare il vostro pargoletto a raccapezzarsi tra predicati e complementi, anche voi genitori dovete avere le idee ben chiare sull’argomento. Insegnare l’analisi logica ai bambini non è un’impresa ardua, come dice l’espressione stessa, ciò che serve è una buona competenza di base (ovvero perfezionarsi nell’analisi grammaticale) e… usare la testa, ragionare, sapersi fare le giuste domande.

Come vedete, non un compito da mandare a memoria, ma esercizio, che si può effettuare anche in modo divertente, giocoso. Ma entriamo nello specifico e vediamo in cosa consiste e quali strumenti ci servono, per comprendere e applicare l’analisi logica.
 
Analisi logica: schema base

Ogni frase, per poter avere un senso comprensibile a tutti, deve essere costruita secondo regole condivise. Si tratta di un ordine che i bambini comprendono istintivamente, così come apprendono il significato delle parole ascoltando gli adulti. Il codice dell’italiano lo possediamo tutti, altrimenti non potremmo comunicare nè in forma orale che, tantomeno, scritta. Ma arriva un momento – di solito nelle ultime due classi della scuola primaria – in cui diventa importante studiare in modo più approfondito come funziona e come è strutturata la nostra lingua. Dopo aver imparato bene tutte le nove parti in cui si compone il discorso: nomi, aggettivi, verbi ecc., dobbiamo passare allo step successivo, e capire come si dispongono logicamente nella frase. Prima cosa, distinguere il Gruppo Nominale (la parte dove si trova il soggetto, ovvero colui che compie l’azione), dal Gruppo Verbale (dove troviamo l’azione compiuta dal soggetto). Sia il G.N. che il G.V. sono dotati di Espansioni, quelli che noi chiamiamo Predicati (che forniscono informazioni specifiche attinenti all’azione o al soggetto che la compie). Essi sono tantissimi, e ognuno è identificabile con un metodo semplice semplice: domandarsi a quale interrogativo risponde. Se date un’occhiata allo schema ne vedrete qualcuno.
 
Analisi logica: esempi

Una volta capito lo schema base, il modo migliore per imparare l’analisi logica è… farla! Iniziando con l’analizzare frasi molto semplici, in modo da prendere confidenza. Dopo sarà un gioco da ragazzi riuscire ad applicare le regole anche a periodi molto complessi e pieni di predicati. Anzi, sarà una sfida divertente, proprio come cimentarsi con problemi matematici sempre più difficili, una volta che si è capito come si deve procedere per risolverli. In alto potete vedere un esempio, ma vediamo qualche altra frasetta carina da usare come spunto.
IL NONNO GIOVANNI ARRIVERA’ DOMANI DA ROMA.
Scomponiamola:
G.N. (Sogg.della frase)= nonno Giovanni (compie l’azione di arrivare)
G.V. (Azione)= arriverà (ciò che fa il soggetto, in questo caso arrivare, al futuro)
Espansioni del G.V.
Domani= complemento di tempo (risponde alla domanda: QUANDO?)
Da Roma= complemento di moto da luogo (risponde alla domanda: DA DOVE?)
I PESCIOLINI DEL MAESTRO NUOTANO NELL’ACQUARIO DI VETRO
G.N= I pesciolini del maestro
Sogg.= i pesciolini
Del maestro= complemento di specificazione (risp. alla domanda: DI CHI SONO I PESCI?)
G.V.= nuotano nell’acquario di vetro
nuotano= predicato verbale
nell’Acquario= complemento di stato in luogo (risp. alla domanda: DOVE NUOTANO I PESCI?)
di vetro= complemento di materia (risp. alla domanda: DI COSA E’ FATTO L’ACQUARIO?)
Facile… no?
 
Analisi logica: suggerimenti

Vi domanderete come riuscire a rendere l’analisi logica un esercizio piacevole per il vostro bambino. Il fatto è che se si guarda semplicemente alle nozioni da imparare, agli schemi e alla lista infinita dei complementi, sembra davvero una cosa barbosissima. Invece è molto più semplice di come appaia. L’essenziale è che il bimbo capisca subito come individuare le parti fondamentali della frase. Per scoprire il soggetto, cioè chi compie l’azione, è proprio da quest’ultima che dobbiamo partire, perchè non sempre il soggetto è anche la prima parola che troviamo nella frase. Se dico “SALE LENTAMENTE LE SCALE LA VECCHIA”, il soggetto concordato con “sale” (predicato verbale) è chiaramente “la vecchia”, anche se si trova alla fine della nostra frase. Il mio suggerimento è quello di giocare con vostro figlio, al di là dei compiti e degli esercizi che certamente gli insegnanti gli daranno da fare. Ad es., mentre state parlando o raccontandovi qualche storia, ogni tanto fermatevi e domandate… :” mmm… giocava con le bambole… che complemento è con le bambole?” A cui il vostro sveglissimo bimbo risponderà al volo: “Risponde alla domanda: CON CHI/CON COSA? Quindi è un complemento di compagnia/unione!”. La nostra lingua è bellissima, la cosa più importante che come genitori dovete fare, è trasmetterne l’amore ai vostri figli.

Published by
Paola Perria