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Attualità

Barbie vestita come la Madonna: l’arte dissacrante di Pool&Marianela [FOTO]

Barbie vestita come la Madonna, come Maria Maddalena, Giovanna d’Arco, la Vergine di Lourdes. Ken mascherato da Gesù, San Giorgio, San Sebastiano e addirittura da Buddha. Ebbene sì, l’icona Mattel si è fatta (davvero) sacra, merito di Pool&Marianela, due artisti argentini che hanno rivisitato la celebre coppia in chiave religiosa. Le opere, esposte al pubblico nella mostra “Barbie, the plastic religion” presso la Popa Gallery di Buenos Aires, hanno scatenato un mare di polemiche specialmente tra i diretti interessati, i vescovi, che hanno prontamente replicato: “la religione non è plastica”.

Barbie, the plastic religion

“Barbie, the plastic religion” è un progetto artistico a dir poco dissacrante concepito dalle menti “burlone” di Pool Paolini e Marianela Perelli, artisti argentini seguaci del movimento lowbrow, o surrealismo pop. Una corrente artistica particolarmente in voga oltreoceano, dove nasce negli anni 70, caratterizzata da soggetti figurativi perlopiù caricaturali, colori accesi, e umorismo irriverente, proprio come quello che contraddistingue le Barbie Sacre del duo argentino.

Rivisitazioni in chiave religiosa della celebre coppia Mattel che hanno fatto molto discutere, d’altronde non lasciano certo indifferenti Maria, la Vergine di Lourdes, la dea Kali con il volto di Barbie, che quest’anno ha compiuto 55 anni, oppure Ken con le fattezze di Gesù, San Rocco e il Buddha. Naturalmente la reazione più forte è arrivata dalla Chiesa, offesa da tanta irriverenza di cattivo gusto, ma la coppia non si è certo lasciata intimorire dalle aspre critiche, è solo, ha replicato, “ribelle umorismo in un mondo che premia pensare, agire e sentire in maniera omologata”.

La reazione dei vescovi

Dopo i ritratti viventi di Alexa Meade, ecco 33 pezzi unici che hanno scatenato il finimondo specialmente tra vescovi e fedeli schieratisi unanimemente contro le Barbie Sacre, definite una blasfemia inaccettabile. Gli autori parlano invece di “ribelle umorismo”, una protesta silenziosa contro il sistema omologante che non risparmia nessuna religione. E in effetti ce n’è per tutti: non solo Vergini cattoliche ma anche divinità induiste come Kali o ancora profeti come Gesù e il Buddha. Grande assente Maometto che non si lascia facilmente interpretare… né prendere in giro, come puntualizzato dall’apparato ecclesiastico: “Chi ha diritto e chi no a vendere immagini legate ai culti religiosi? In base a quale discrezione e attenzione la Madonna sì e Maometto no? Che differenza c’è tra provocazione e cattivo gusto? La religione è davvero così di plastica che si può ridurre la devozione a oggettistica?”.

Sorge spontanea una riflessione, quale discrimine passa tra le bambole sotto accusa e i Buddha che occhieggiano dai patinati scaffali dei grandi centri commerciali? E tutta l’iconografia religiosa esplicitamente in vendita nel circuito dei santuari ufficiali e non? C’è sempre e solo un interesse “puramente” spirituale? Il Sir ha invitato i genitori a “spiegare ai figli perché una bambola non sempre è un omaggio, per decostruirne il ruolo fittizio e ricostruire la catechesi vera. Prima che si comincino a vendere anche la chiesa apribile completa di accessori.” Ma i “mercanti del Tempio” continuano a proporre la loro paccottiglia da secoli e nessuno si è mai tanto indignato come in questo caso, perlomeno Pool&Marianela sono stati mossi dalla necessità di esprimere il loro punto di vista al di là della logica del profitto.

Published by
Laura De Rosa