Bossetti all’ergastolo, parla Marita Comi: ‘Mio marito innocente, non lo lascio’

Rompe il silenzio la moglie del muratore di Mapello, condannato in via definitiva all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio. La donna si dice convinta dell’estraneità del marito all’orrendo crimine di cui, secondo tre gradi di giudizio, è stato il regista.

Fine pena mai per Massimo Bossetti, condannato all’ergastolo in via definitiva. Tre gradi di giudizio, culminati nella sentenza di Cassazione, hanno riconosciuto l’uomo colpevole del delitto di Yara Gambirasio. La moglie, Marita Comi, continua a sostenere l’innocenza del muratore di Mapello.

Marita Bossetti difende suo marito

Non si è mai arresa alla detenzione del marito, Marita Comi, che da anni resta ferma sull’idea che Massimo Bossetti sia innocente. “A uccidere la 13enne Yara Gambirasio non è stato lui“: lo ha sempre detto lei, lo ha sempre ribadito la famiglia di lui.

Anche davanti a una sentenza pesantissima come quella arrivata lo scorso 12 ottobre in Cassazione – ergastolo in via definitiva – la donna continua a sperare che la voce del muratore di Mapello venga ascoltata. Da chi? Certamente non dai giudici italiani, per cui il terzo grado di giudizio è una pietra tombale che ne sigilla la colpevolezza.

Allora, come annunciato dall’avvocato Claudio Salvagni (uno dei difensori di Bossetti), l’ultima speranza è quella del ricorso alla Corte europea dei Diritti dell’Uomo. Quante aspettative la difesa investa in questo iter, non è dato saperlo.

Cristallina, invece, la posizione della moglie di colui che per la giustizia italiana è Ignoto 1: Marita dice ai suoi figli che il papà è innocente. Un’affermazione che non conta nulla nell’economia di un percorso giudiziario ormai concluso, ma che assume un notevole peso specifico nel bilancio di una famiglia distrutta.

La moglie di Massimo Giuseppe Bossetti si aggrappa a questa idea di suo marito, trovando un coro in certa frangia di opinione pubblica che lo crede estraneo all’orribile crimine contestato.

Attraverso l’avvocato del marito, la donna ha scelto di parlare: “Massimo è innocente, ed è quello che ripeto ai nostri figli. Nonostante questa ultima bastonata, vado avanti. Non smetterò mai di lottare per la verità“.

Ci sono elementi che dimostrano la sua colpevolezza. Lo conosco troppo bene, non mi ha mentito“. Marita Comi è sicura di quello che dice e questo, forse, basta a sopravvivere a una simile condanna.

A inchiodare Bossetti nei sinistri contorni dell’assassino, una traccia genetica ormai nota a livello internazionale come ’31G20′.

Un Dna isolato sugli slip della bambina che per l’accusa è stato colonna portante dell’arresto e binario diretto verso l’ergastolo. Impianto avversato dal pool difensivo del muratore, che ha sempre chiesto una perizia in contraddittorio mai concessa.

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