Davvero i calcoli possono interessare le ghiandole salivari? Quali sono i sintomi, le cause e le cure di questo problema, e come prevenirlo?
Conosciuti già nel mondo antico col nome di “male della pietra”, i calcoli sono degli agglomerati formati da sali minerali e composti organici, che si formano principalmente nel tratto urinario, ma anche nelle vie biliari e, con meno frequenza, nelle ghiandole salivari. In quest’ultimo caso, ad essere maggiormente colpite sono le ghiandole sottomandibolari e, sporadicamente, la parotide, con una maggiore incidenza nel sesso maschile dopo i 40 anni. Estremamente rari sono, invece, i calcoli delle ghiandole sottolinguali e di quelle salivari minori.
Cosa sono i calcoli salivari?
Il termine latino calculus significa pietruzza e indica la particolare struttura dei calcoli. Questi, infatti, sono vere e proprie masse solide, simili a pietre, di numero, dimensione e composizione variabile a seconda del soggetto colpito. Si formano in conseguenza della cristallizzazione delle sostanze chimiche presenti nella saliva, prevalentemente rappresentate dal carbonato di calcio e, in minima parte, dall’acido urico. In genere, la calcolosi salivare è monolaterale, quindi interessa una sola ghiandola. In questa, c’è la possibilità che si formino uno o più calcoli di dimensioni che possono variare da pochi millimetri a qualche centimetro di diametro.
La calcolosi salivare si manifesta prevalentemente nelle ghiandole sottomandibolari per l’irregolare anatomia strutturale, ma sopratutto per la particolare densità della saliva prodotta in questa regione.
Sintomi più comuni
La presenza di calcoli, a livello delle ghiandole salivari, determina l’ostruzione dei dotti ghiandolari. Questo blocco impedisce il normale deflusso della saliva, la quale ristagna lì dove è presente il calcolo, provocando il gonfiore e la tumefazione delle ghiandole ostruite. In questo caso, il sintomo tipico è la colica salivare, cioè un un dolore trafittivo di tipo colico, che viene percepito in concomitanza con i pasti, ovvero ogni volta che aumenta la produzione di saliva. In seguito alla lenta fuoriuscita del liquido salivare, la sintomatologia cessa spontaneamente per poi ripresentarsi al pasto successivo.
Col tempo, anche il ristagno della saliva può provocare ulteriori complicazioni, come nel caso della sialodenite acuta, un’infiammazione particolarmente dolorante della ghiandola salivare. Tuttavia, quando i calcoli non bloccano del tutto il passaggio della saliva, i sintomi possono essere più o meno intensi ed interessare anche altre regioni adiacenti, provocando:
- Disfagia
- Dolore al collo
- Dolore alla mandibola
- Dolore associato alla masticazione
- Dolore facciale
- Ingrossamento delle parotidi
Possibili cause
Le cause relative alla calcolosi salivare possono essere molteplici e non tutte note. Tuttavia, è difficile capire, per ciascun soggetto colpito, quale sia stata veramente l’origine del problema. Quel che è certo, secondo gli specialisti, è che le cause principali della formazione di questa tipologia di calcoli sono le cattive condizioni igieniche del cavo orale e l’alterata composizione salivare, che risulta più densa.
Le migliori cure disponibili
I calcoli salivari, esattamente come i calcoli renali, possono venir espulsi spontaneamente dal loro sito. Nel caso della colica salivare, può risultare utile massaggiare delicatamente la ghiandola dall’angolo della mandibola verso il mento, in modo da sollecitare un più veloce deflusso della saliva. Ciò, però, non è d’ausilio nel resto dei casi, per i quali, invece, sono disponibili altri di tipi di trattamento. Tra i principali vi sono:
Cure farmacologiche
A seconda del dolore e delle dimensioni dei calcoli, la terapia farmacologica prescritta dal medico prevede l’uso di analgesici ma anche antibiotici, antinfiammatori, cortisonici e antispastici. Spesso, una cura composta da questa tipologia di farmaci dovrebbe essere associata ad un regime alimentare appropriato.
Asportazione chirurgica
Nel caso il paziente voglia eliminare fisicamente il calcolo, perchè fonte di continuo dolore, la rimozione chirurgica verrà eseguita sotto una lieve anestesia locale. Si può ricorrere alla marsupializzazione se il calcolo è situato in prossimità del punto di sbocco del dotto ed è quindi facile asportarlo direttamente dal cavo orale, senza tagli esterni. Se il calcolo è di grosse dimensioni, o disposto troppo internamente nella ghiandola, si rende necessario asportare tutta la ghiandola al fine di evitare delle recidive.
Ultimamente, si sta dimostrando un metodo più comune ed efficace l’esportazione endosopica, con l’uso di piccole sonde che riproducono su video le regioni dove è necessario intervenire chirurgicamente.
Litotrissia salivare
La litotrissia, o litotripsia, ha la capacità di disintegrare gli agglomerati presenti nelle ghiandole salivari, grazie all’utilizzo di onde d’urto acustiche ad alta energia. In questo modo ne verrà agevolata l’espulsione lungo il condotto salivare. La litotrissia extracorporea è un trattamento che non richiede anestesia. Una seduta di litotrissia dura circa mezz’ora e si esegue senza necessità di anestesia. Per ottenere una frammentazione adeguata dei calcoli sono necessarie in media 5 sedute.
Trattamento botulinico
Questa tecnica consiste nell’iniezione di una tossina botulinica direttamente nelle ghiandole salivari, per bloccare l’attività di secrezione della saliva. In questo modo verrà favorito il riposo funzionale della ghiandola salivare per evitare continue infiammazioni. Questo trattamento viene utilizzato soprattutto nei casi in cui i calcoli siano prevalentemente concentrati nella ghiandola parotide.
Prevenzione e alimentazione
Per prevenire la formazione di uno o più calcoli salivari è importante bere molto, così da aumentare la produzione salivare e rimanere sempre idratati. Purtroppo, a causa di una conoscenza ancora troppo superficiale del problema, è per ora impossibile sapere con certezza quali potrebbero essere i migliori comportamenti da seguire per evitare la comparsa dei calcoli nelle ghiandole salivari. Tuttavia, la maggior parte dei medici consiglia un’alimentazione che si concentri maggiormente su frutta e verdura e circoscriva il consumo di alimenti con un alto carico purinico, come certi tipi di carne o pesce, asparagi e spinaci.