Cosa fare in caso di candida in gravidanza, quali sono i rimedi e la terapia? La candida è un fungo presente nell’organismo che di per sé non rappresenta un problema finché i suoi livelli non aumentano a causa di squilibri vari. In alcune circostanze provoca infatti la famosa infezione causando prurito, secrezioni di colore biancastro particolarmente dense, arrossamenti. Le cause sono molteplici e se, normalmente, sono attribuibili all’impiego di antibiotici che annientano i batteri buoni, in gravidanza di solito si ricollegano alle variazioni ormonali. Gli estrogeni in circolo e la deposizione nella vagina del glicogeno, favorevole alla crescita dei funghi, aumentano le probabilità di contrarre l’infezione nei 9 mesi tant’è vero che a soffrirne sono circa il 40% delle donne in dolce attesa. Scopriamo allora come riconoscere la candida in gravidanza, come si cura, i rimedi e la terapia.
I primi sintomi della candida in gravidanza sono prurito, perdite biancastre maleodoranti e dense, simili a ricotta, e nei casi più gravi bruciore, edema localizzato e arrossamento vulvare. Queste perdite sono diverse dalle secrezioni tipiche della gravidanza perché più dense e meno trasparenti rispetto a queste ultime. La candida a fine gravidanza è altrettanto frequente e i sintomi rimangono gli stessi.
Per accertarsene è comunque necessario eseguire appositi esami colturali per la candida albicans in gravidanza. Può capitare infatti di confondere l’infezione con altre che coinvolgono spesso l’ambiente vaginale: fra queste le infezioni dovute a batteri come lo Streptococco, la Chlamydia, il Micoplasma, l’Escherichia Coli, la Gardnerella. Anche queste infezioni provocano prurito e bruciore ma, a differenza della candida, non causano secrezioni dense e fra l’altro sono più pericolose poiché in grado di risalire lungo il canale vaginale aumentando i rischi di parto prematuro.
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Le cause della candida in gravidanza sono molteplici ma di solito, visto che in questo periodo è inusuale seguire terapie antibiotiche che alterano l’equilibrio della flora vaginale, il motivo va rintracciato nelle modificazioni ormonali in corso. Difatti gli estrogeni modificano il pH, che a sua volta modifica la composizione della flora. Se oltre agli ormoni ci si mette di mezzo lo stress, le probabilità di soffrire di candida aumentano.
Altre cause che possono contribuire alla comparsa di candida in gravidanza sono:
La candida in gravidanza fa male al bambino? La risposta è no sebbene sia sempre consigliabile trattarla adeguatamente.
Per quanto riguarda i rischi della candida in gravidanza più temuti, ovvero aborti e parti prematuri, non si sono riscontrati aumenti degni di nota in chi è affetta da candida. Fra l’altro, in assenza di sintomi, non vengono prescritti nemmeno gli antimicotici, indispensabili solo se questi si manifestano.
Tuttavia le infezioni da candida in gravidanza, anche se innocue, vanno trattate onde evitare conseguenze spiacevoli. Infatti, alcuni studi hanno dimostrato che un’infezione trattata adeguatamente riduce, per esempio, il rischio di dermatite da pannolino nel nascituro.
I rapporti sessuali con la candida in gravidanza non sono proibiti ma è bene tenere presente che si tratta di un’infezione contagiosa, quindi sarebbe meglio evitarli finché non viene adeguatamente trattata, oppure utilizzare il preservativo.
L’unico rischio per il feto consiste nel contagio durante il passaggio attraverso il canale vaginale al momento del parto. In questo caso l’infezione può trasmettersi per contatto e provocare nel neonato una candidosi della mucosa orale, conosciuta con il nome di mughetto.
Tra i rimedi naturali più indicati per trattare il disturbo ricordiamo i seguenti:
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Come si cura la candida in gravidanza? La terapia può essere di due tipologie, topica con impiego di antimicotici da applicare sulla parte intima sotto forma di creme vaginali, ovuli, candelette, o terapia sistemica con utilizzo di antimicotici che vanno assunti nella dose indicata per un breve periodo.
In ogni caso chi soffre di candida in gravidanza dovrebbe rivolgersi subito al medico di fiducia o al ginecologo per farsi prescrivere una cura adeguata, che andrà valutata in base alla gravità del disturbo. Il medico procederà con una valutazione clinica basata su appositi esami colturali o su un test di filamentizzazione, rapido e molto affidabile, attraverso il quale è possibile osservare al microscopio i filamenti che formano i funghi. In alternativa esiste un esame chiamato TASC, che individua gli anticorpi che si attivano in caso di candida.
Per prevenire la comparsa della candida si possono seguire alcuni consigli utili come: