Il climate quitting è una “tendenza” che sta spopolando sempre di più in tutto il mondo. Di cosa si tratta esattamente? Perché ha a che fare con la salute del pianeta?
Son tante le testimonianze riguardo il climate quitting, motivo per cui sul web se ne sta parlando sempre di più. Il climate quitting è sempre più diffuso e questo non può che essere un bene per la salute del pianeta che ci ospita. Andremo a scoprire alcune testimonianze e dei dati rilasciati nell’ultimo periodo riguardo il climate quitting, la tendenza che tutti noi prima o poi dovremmo iniziare a seguire, anche in piccola parte.
Prima di procedere, però, è fondamentale analizzare bene questo termine. Cosa significa esattamente climate quitting?
Cos’è il climate quitting?
Facciamo un passo indietro. I lavori verdi, che hanno a che fare con la cura dell’ambiente e la lotta ai cambiamenti climatici, sono in crescita e sempre più persone son disposte a intraprendere questo tipo di percorso lavorativo.
Non sono persone che crescono con l’idea di voler aiutare il pianeta intraprendendo così corsi di studio specifici e percorsi lavorativi adatti al contesto, ma il climate quitting rappresenta proprio quelle persone che hanno deciso di lasciare il loro lavoro, lontano da questo tipo di realtà, che non rispetta l’ambiente e ha un impatto ambientale negativo.
E così tanti di loro, dopo aver preso questa decisione, hanno intrapreso un percorso completamente diverso dal loro percorso di studio o dalle loro esperienze lavorative per aiutare il pianeta. Per fortuna, secondo quanto rilasciato da LinkedIn. sembrerebbe che negli ultimi anni sia aumentata la richiesta dei cosiddetti “green skills” nelle mansioni lavorative. Il grande social network ha rilasciato questi dettagli basandosi su una ricerca condotta dal Global Green Skills Report.
Proprio secondo l’Organizzazione interazione del lavoro, entro il 2030 i posti di lavoro verdi a livello globale potrebbero raggiungere un numero che supera i 24 milioni. Purtroppo, però, secondo alcune statistiche, nonostante ci siano tante offerte di lavoro, il riscontro non è quello desiderato. La difficoltà sta nel trovare persone specializzate sui temi che riguardano l’ambiente.
Testimonianze dei climate quitter
Abbiamo scovato sul web alcune testimonianze dei famosi climate quitter, quindi coloro che hanno deciso di lasciare il posto di lavoro per intraprendere un percorso lavorativo differente, anche se meno retribuito.
Tramite il podcast di Bloomberg abbiamo potuto ascoltare la testimonianza di Catherine Cleary, la quale ha deciso di lasciare il suo posto di lavoro e aprire un’attività che ha l’obiettivo di rigenerare il suolo delle aree urbane e piantare alberi autoctoni.
“Sono scoppiata a piangere alla mia scrivania. Il mio figlio più piccolo all’epoca aveva otto anni. Quindi 12 anni lo avrebbero portato a diventare letteralmente un adulto, diventando maggiorenne in un mondo che stava rapidamente diventando inabitabile”.
Un’altra testimonianza è stata rilasciata da Justin Kennedy, ex legale nel settore petrolifero, il quale lavora attualmente per SunCable, un’azienda che ha come obiettivo quello di trasportare l’energia solare australiana a Singapore. Rebecca Cooke, invece, è una climate quitter che ha deciso di abbandonare non solo il suo lavoro, ma anche la sua città, Londra, per trasferirsi in Nuova Zelanda, precisamente in un’isola indipendente dall’energia elettrica.