Eritema nodoso in gravidanza: pur essendo la gestazione una delle cause o condizioni predisponenti alla comparsa della dermatosi infiammatoria, l’eritema nodoso è un’eventualità rara durante i nove mesi. Complici gli ormoni femminili in completo subbuglio, questa manifestazione cutanea anomala può accompagnare, ma solo occasionalmente con una percentuale di incidenza davvero limitata, la gravidanza. Cerchiamo di conoscere meglio il problema, le cause, i sintomi e la terapia.
Con il termine eritema nodoso si intende una manifestazione cutanea anomala, una dermatosi infiammatoria caratterizzata dalla comparsa di noduli sottocutanei sulla superficie anteriore delle gambe. Può colpire le donne durante la gravidanza e, in particolare, si manifesta con maggiore frequenza nel secondo trimestre di gestazione, tra il terzo e il quinto mese di dolce attesa.
Tra i sintomi più visibili ci sono i noduli eritematosi sottocutanei e sporgenti. Anomalie dal diametro che va da uno a dieci centimetri, di colore rosso, calde e dolenti al tatto, anche per colpa del processo infiammatorio in atto. Il disturbo cutaneo interessa soprattutto gli arti inferiori e, in particolare, la parte anteriore delle gambe, ma non si può escludere che coinvolga anche altre zone del corpo, cosce, volto e nuca.
Da annoverare tra i possibili sintomi correlati, oltre alla manifestazione cutanea: la febbre, l’infiammazione delle caviglie e delle ginocchia; il malessere generale; il fastidio e il dolore; i dolori articolari.
La gravidanza è annoverata, anche se in ultima posizione in base all’incidenza e alla frequenza, tra le possibili cause dell’eritema nodoso. Quindi la comparsa della patologia è da imputare allo stato interessante stesso e alle sue caratteristiche fisiologiche. Gli ormoni, in particolare, svolgono un ruolo da non sottovalutare. La combinazione e i cambi di equilibri tra estrogeni e progestinici può contribuire a scatenare la comparsa dell’eritema nodoso.
Da non escludere poi tutte le altre cause solitamente all’origine dell’eritema nodoso, che, in qualità di malattia secondaria compare come conseguenza di un’altra malattia. In questa categoria rientrano: le infezioni batteriche, virali o micotiche; le malattie sistemiche o alcune terapie farmacologiche.
Se c’è un’altra causa scatenante, oltre alla gravidanza e agli squilibri ormonali, è necessario identificarla con una diagnosi precisa per risolvere e trattare prima la malattia primaria. Negli altri casi, oltre a pomate e farmaci sintomatici, da utilizzare solo dietro prescrizione medica, è consigliato il riposo e un po’ di pazienza, perché il disturbo tende a risolversi spontaneamente nell’arco di qualche settimana.