Durante la terza serata del Festival di Sanremo 2017 è stato decretato il Premio Cover: il Big vincitore è Ermal Meta che ha proposto il successo di Domenico Modugno “Amara Terra mia”, superando Paola Turci seconda classificata e Marco Masini, al terzo posto con “Signor Tenente”. Ha letteralmente incantato la platea sanremese; un’interpretazione intensa, struggente e che commuove. Ha alternato la voce piena a un delicato falsetto in un brano che racconta la separazione dolorosa dalla propria terra, come ha vissuto in prima persona.
Il 36enne è un cantautore e compositore albanese naturalizzato italiano. Vive in Italia da quando ha 13 anni, che si trasferì a Bari insieme alla famiglia. Iniziò a fare musica facendo il chitarrista nel gruppo Ameba 4, che partecipò al Festival di Sanremo del 2006 nella sezione dedicata ai Giovani. L’anno dopo, quando il gruppo si sciolse, fondò il gruppo La Fame di Camilla, che tra il 2009 e il 2012 fece tre dischi. Nel 2010 partecipò di nuovo a Sanremo, sempre nella categoria riservata alle Nuove Proposte. Anche quel gruppo si sciolse ed Ermal Meta è solista dal 2012. E da solista si presenta per la prima volta alla sua terza partecipazione sanremese. Ha cantato la prima sera come undicesimo concorrente.
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La 67esima edizione lo vede tra i 22 Big in gara con “Vietato morire”, in cui affronta il tema della violenza domestica. “Molti si stupiscono che sia una canzone dura, ma scrivere è come vivere e la vita non è mai facile. Io semmai mi stupisco di quanto siano leggere un po’ troppe canzoni. Non mi sarei accontentato di andare al Festival con una canzone qualsiasi: volevo portare questa, è la sola che ho presentato” afferma deciso. E non a caso impressionano i suoi testi: non è apprezzato solo come cantante ma anche come autore. Ha scritto per Patty Pravo, Marco Mengoni, Emma, Giusy Ferreri e Francesca Michielin, tra gli altri.
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Gli mancavano due esami per arrivare alla Laurea di Interprete e quella poteva essere la sua strada, ma sperava nella musica, ci credeva e soprattutto “sperava che la musica credesse in lui” come ha ammesso lo stesso Ermal. Ha capito che quella era la sua strada quando compose “Le cose che non ho” fatta sentire a Marco Mengoni, che l’ascoltò e gli piacque: la canzone è uscita nel 2016.
LA TERZA SERATA ASSEGNA IL PREMIO COVER A ERMAL META
In un’intervista a Tv Sorrisi e Canzoni aveva detto tempo fa che si sente “come un albero le cui radici sono in Albania e le cui foglie sono illuminate dal sole dell’Italia”. In Italia è stato accolto benissimo, dice. E sull’Albania un piccolo rammarico: “c’è ancora la tendenza a parlare del mio Paese solo in occasione di crimini commessi dagli albanesi, ed è sbagliato. Così si fa un grande danno, si offende un’intera popolazione. Le mele marce sono ovunque, anche nel frutteto più bello. L’Albania è un Paese bellissimo, pieno di arte e di cultura”.