Fine vita, come funziona la legge sul suicidio assistito approvata in Toscana e perché indigna

La Toscana ha approvato una legge sul fine vita che regolamenta l’accesso al suicidio assistito, ecco come funziona.

La legge sul fine vita promossa dall’Associazione Luca Coscioni, supportata da oltre 10mila firme in Toscana è diventata legge, vediamo come funziona.

Non poteva che scatenare polemiche la notizia dell’approvazione a maggioranza da parte del Consiglio regionale in Toscana della proposta di legge di iniziativa popolare sul Fine vita denominata “Procedure e tempi per l’assistenza sanitaria regionale al suicidio medicalmente assistito ai sensi e per effetto della sentenza n. 242/19 della Corte Costituzionale”. A votare sì sono stati in 27, 13 i contrari, nessun astenuto e un voto non espresso.

Se da un lato l’Associazione Luca Coscioni, promotrice della legge, parla per voce della segretaria, l’avvocata Filomena Gallo, esprimendo commenti positivi “legge di civiltà“, il presidente della Conferenza episcopale toscana, il cardinale Paolo Augusto Lojudice, arcivescovo di Siena, l’ha definita “Una sconfitta per tutti“.

È intervenuta anche Emma Bonino, leader di +Europa, definendola uno spartiacque importante che occorre replicare anche in altre Regioni, di modo che la politica e il Parlamento assumano una posizione, ponendo fine ad accanimenti che non hanno alcun rispetto della dignità umana”.

Invece Simona Baldassarre, Responsabile del Dipartimento Famiglia della Lega ha sostenuto che sia una legge “probabilmente incostituzionale e sarà oggetto di mille ricorsi”. Un tema così delicato “non dovrebbe essere regolato in modo frammentato dalle singole Regioni, creando solo confusione normativa e rischi per le persone più fragili. Invece di potenziare l’assistenza e le cure palliative, queste sì di competenza delle Regioni, si è deciso di aprire una pericolosa strada che alimenterà solo incertezze e divisioni, senza offrire vere risposte a chi soffre“. Ma come funziona? Vediamolo.

Come funziona la legge approvata dalla Toscana sul suicidio assistito

Con questa legge regionale sul fine vita si regolamenta di fatto l’accesso al suicidio medicalmente assistito, quindi anche per quanto riguarda i requisiti necessari, i tempi e i costi, in relazione anche alla sentenza numero 242 del 2019 della Corte Costituzionale in cui i giudici hanno accolto pienamente l’impostazione della difesa di Marco Cappato nel procedimento a suo carico per la morte di Dj Fabo, di fatto non punendolo per averlo accompagnato in Svizzera per poter accedere al suicidio assistito.

una mano sull'altra su un letto in un ospedale
Fine vita, come funziona la legge sul suicidio assistito -pourfemme.it

La legge regionale fissa dunque le regole per chi intende accedere al suicidio assistito, che dovrà presentare una istanza corredata di tutta la documentazione sanitaria necessaria ed, eventualmente, l’indicazione del medico di fiducia.

Ogni richiesta deve essere presentata alla Commissione e al Comitato etico locale della Asl e cui tocca il compito di verificare e rispondere entro 30 giorni. La Commissione multidisciplinare a quel punto procede alla verifica dei requisiti per accertare le condizioni del paziente e, in caso di esito positivo, definisce le modalità di attuazione del suicidio medicalmente assistito.

I requisiti sono: capacità del paziente di prendere decisioni libere e consapevoli, irreversibilità della patologia, paziente che reputa non tollerabili sofferenze fisiche o psicologiche, dipendenza del paziente da trattamenti di sostegno vitale.

Le modalità di attuazione devono essere “tali da evitare abusi in danno delle persone vulnerabili, da garantire la dignità del paziente e da evitare al medesimo sofferenze“, quindi si chiede al Comitato etico un parere che dovrà essere espresso entro i tempi previsti così da rispettare il termine dei venti giorni.

Se l’esito è positivo è la Azienda sanitaria a comunicare le procedure al paziente assicurando la prestazione. Per quanto riguarda i costi, le prestazioni e i trattamenti sono gratuiti e graveranno sul bilancio della Regione, non più a carico del cittadino.

La procedura per la verifica dei requisiti dovrà terminare entro venti giorni dalla data di presentazione della richiesta di accesso al suicidio medicalmente assistito. “I tempi e le procedure rappresentano infatti elementi fondamentali affinché la facoltà riconosciuta dalla Corte costituzionale sia efficacemente fruibile, accedendo a condizioni di malattia, sofferenza ed estrema urgenza“, si legge nel testo.

Se ci sarà una legge statale a regolare la materia, questa legge regionale automaticamente non sarà più in vigore.

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