Frutti di mare crudi: rischi per la salute e sintomi

Il consumo di pesce fa bene, ma non dimentichiamoci che si possono verificare epidemie di malattie infettive correlate a questo alimento

La moda della cucina giapponese ha riportato alla ribalta il problema dei rischi per la salute provocati dai frutti di mare crudi. Parlando di pesce crudo, fra i quali includiamo anche crostacei e molluschi, è importantissimo accertarsi che siano rispettate tutte le normative, ma comunque conoscere i pericoli a cui si può andare incontro e saperne riconoscere i sintomi. Fortunatamente la maggior parte delle intossicazioni alimentari sono risolvibili con specifiche terapie, ma è bene ricordare che i frutti di mare filtrano ogni giorno molti litri di acqua marina in cui sono accumulati molti batteri.

Esiste una sezione della normativa europea che stabilisce le norme specifiche in materia di igiene per i prodotti della pesca, dove sono indicate le regole, dalla pesca alla lavorazione del pescato, per assicurare un prodotto sicuro al consumatore. La normativa prevede per esempio che i prodotti ittici da consumare crudi debbano essere congelati a -20°C per 24 ore in modo che si assicuri la morte dei parassiti. Ma il problema rimane per quanto riguarda virus e batteri contro i quali il freddo non risolve nulla, ed è quindi importante rifornirsi solo da allevamenti monitorati.
Sfatiamo poi la leggenda che il limone o l’aceto possano rendere sicuri i frutti di mare ed evitarci un’intossicazione alimentare, perchè essi non sono assolutamente efficaci contro gli agenti rischiosi presenti in cozze, vongole e loro simili.

I sintomi

Sono tre i tipi di malattie associate al consumo di frutti di mare crudi: le allergie alimentari, le intossicazioni e le infezioni, e le ultime due possono essere causate da organismi quali batteri, virus e parassiti.
I sintomi da intossicazione o infezione da cibo variano a seconda della fonte di contaminazione, ma nella maggior parte dei casi includono nausea, vomito, diarrea, dolori addominali e crampi, e febbre, e possono iniziare a distanza di qualche ora o qualche giorno dopo aver mangiato i frutti di mare crudi.
Se nel giro di 2/3 giorni i sintomi non dovessero risolversi da soli è consigliabile una visita presso il medico curante.
Se i sintomi dovessero aggravarsi con la presenza di sangue nelle feci, segni di disidratazione, difficoltà a parlare o deglutire, o visione doppia è auspicabile recarsi al pronto soccorso.
A seconda dei sintomi, il medico richiederà esami per identificare la causa e confermare la diagnosi.
In caso di intossicazione alimentare, le cure dipenderanno dalla fonte della malattia e dalla gravità dei sintomi, e oltre alla sostituzione dei liquidi persi, nei casi di sintomi gravi il medico potrebbe prescrivere antibiotici.

Le cause

I frutti di mare sono organismi filtratori che crescono bene anche in acque inquinate, e attraverso il
processo di filtrazione possono accumulare nel loro organismo anche batteri, virus, tossine, metalli, ed altre sostanze inquinanti, fra i quali:

  • Giardia lamblia: un parassita microscopico che causa diarrea;
  • Epatite A: una malattia acuta che causa disturbi gastrointestinali, febbre e ittero;
  • Norovirus: un gruppo di virus che provocano gastroenteriti;
  • Rotavirus: virus responsabile di gastroenteriti;
  • Shigella: un genere di batteri che causa diarrea;
  • Campylobacter lari: un microrganismo che provoca gastroenterite e diarrea;
  • Escherichia coli: specie di batteri che provocano nausea, forti crampi addominali e diarrea;
  • Vibrio vulnificus: un batterio che provoca gastroenterite;
  • Salmonella: agente batterico fra i più comuni che provoca diarrea, febbre e vomito.

I frutti di mare sono infatti considerati tra gli alimenti “ad alto rischio”.
Il nostro consiglio rimane quindi quello di evitare rischi cuocendo i frutti di mare, perché solo il calore ha il potere di uccidere tutti gli agenti patogeni, e di verificare sempre che al momento dell’acquisto la confezione dei frutti di mare freschi sia provvista del marchio di identificazione.

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