Le ghiandole ascellari appartengono al sistema linfatico. Sono cioè parte integrante del nostro sistema immunitario. Quando c’è una reazione ad un virus o ad un batterio, queste, come quelle del collo e dell’inguine si gonfiano: sono grandi da pochi millimetri ad 1-2 cm in condizioni normali, ne esistono circa 600 in tutto il corpo (20-30 sotto l’ascella) ed hanno la forma di un fagiolo. Qui stazionano i globuli bianchi prima di attaccare gli agenti patogeni ritenuti pericolosi. I linfociti si moltiplicano ed ecco che il “fagiolo” aumenta di volume. Da qui inizia l’azione di filtro tipica del sistema immunitario.
Si tratta dunque di reazioni frequenti e benigne. Per lo più passeggere. Per le donne, una ghiandola ingrossata, che a volte provoca anche dolore è sinonimo di ansia. Sentire al tatto, in prossimità del seno, una sorta di nocciolina ci fa pensare subito a noduli pericolosi. Il principio poi non è così sbagliato, perché i linfonodi (così si chiamano queste ghiandole) non solo identificano gli agenti esterni come pericolosi, ma anche quelli interni, come possono essere le cellule precancerose.
Di fatto e per fortuna l’incidenza di questa casistica è solo dell’1%. In generale i linfonodi ingrossati sono sintomatici di infezioni, virali o batteriche, ma anche alcune pratiche per noi normali. La ceretta ad esempio può provocare un’infiammazione a causa di una microscopica lesione (può capitare di portare via un piccolo pezzo di pelle).
Anche la depilazione col rasoio o altri sistemi può provocare la stessa reazione. Colpevoli a volte anche le creme depilatorie, gli antiodoranti ed i deodorati. Spesso in questi casi anche un dermatologo, oltre il medico di fiducia, può risolvere il problema, con una terapia locale o sistemica.
Quando però, nel tempo, le ghiandole continuano ad essere gonfie, la zona si dimostra arrossata e calda, sarà importante eseguire un esame del sangue e/o un’ecografia, per andare a cercare la causa effettiva del rigonfiamento. Quel 1 % rimane in agguato. Occorre escluderlo.
Il tumore del seno colpisce in Italia una donna su 10, è il più diffuso cancro nel genere femminile. Diagnosticato per tempo, può essere debellato totalmente. Dopo i 40 anni sarà importante una mammografia. Nelle donne più giovani anche un’ecografia potrebbe bastare.
Non siamo qui per mettervi ansie, ma solo per ricordarvi di volervi bene, di ascoltare i segnali che il vostro organismo vi dà e di trarne le giuste valutazioni, sempre con l’aiuto di uno specialista, in questo caso: un senologo.
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