Ikebana – Mai sentito parlare delle composizioni floreali giapponesi? L’Ikebana è l’arte giapponese della composizione dei fiori recisi, originariamente conosciuta come “Kadō”. L’arte dell’Ikebana è molto antica e la sua traduzione significa, letteralmente, “fiori viventi”: questa arte vide la luce in Oriente – nello specifico, in India ed in Cina – ma fu in Giappone che si sviluppò maggiormente, trasformandosi poi in un’espressione artistica famosa in tutto il mondo. Volete saperne di più sull’Ikebana, sulla sua storia e su tutto ciò che riguarda le composizioni floreali giapponesi? Ecco la storia dell’arte dei fiori, le piante utilizzate e tutto ciò che ruota attorno all’Ikebana.
Ikebana: la storia ed il suo significato
Le origini dell’arte dei fiori chiamata “Ikebana” risalgono al VI secolo d.C., quando il buddhismo arrivò in Giappone con l’usanza delle offerte floreali: inizialmente, questa forma di arte era praticata soltanto dai nobili e dai monaci buddhisti e fu, infatti, solo in seguito che si diffuse in tutte le classi sociali con il nome di “Ikebana”. Il Rikka fu il primo stile a nascere e comprendeva ben sette elementi, fra cui tre rami principali e quattro secondari. Successivamente, ogni scuola seguì un proprio stile personale ed alcuni iniziarono ad utilizzare vasi bassi, sassi, rami secchi e molti altri materiali naturali: la particolarità dell’Ikebana è, infatti, quella di usufruire di elementi di natura organica come foglie, erba, fiori o rami che sono disposti molto spesso come a formare un triangolo. Il ramo più lungo rappresenta la vicinanza al cielo, quello più corto la terra e quello intermedio l’uomo: tre forze che formano, con armonia, l’Universo. Per quanto riguarda l’Italia, l’Ikebana giunse nel nostro Paese agli inizi degli anni Sessanta con la pubblicazione di alcuni manuali sul tema.
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Ikebana: piante e fiori che lo compongono
L’arte antica delle composizioni floreali giapponesi è giunta, da qualche anno, anche nel nostro Paese. Quali sono le piante ed i fiori utilizzati? Per realizzare delle composizioni, è bene preferire dei boccioli o dei fiori che non siano ancora schiusi; stesso procedimento anche per i rami, che devono avere delle foglie che stiano ancora germogliando: questo perché chi osserva l’Ikebana deve potere assistere alla nascita della vita e non alla sua fine come accade, invece, nei Paesi occidentali dove si tende ad usare fiori già aperti perdendo, quindi, il senso di questa arte giapponese. Una volta che sappiamo ciò, basterà scegliere dei fiori dei dintorni, in modo tale da mantenere lo spirito del luogo in cui verrà creata la composizione floreale. Come fare, poi, per realizzare un classico Ikebana? La composizione dovrà avere un ramo centrale e verticale – rappresentante il cielo – uno intermedio posto accanto a quello primario – che rappresenti l’essere umano – ed uno più corto accanto agli altri a rappresentanza della terra: tutti e tre i rami dovranno, inoltre, sembrare appartenere ad unico tronco, che si potrà arricchire con dei boccioli o dei fiori che non siano ancora schiusi. Siete pronti a realizzare il vostro Ikebana?
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