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Categories: Gossip

L’ex moglie di Pirlo si racconta: Giusto l’assegno di mantenimento

L’ex moglie di Pirlo si racconta e dichiara: “Giusto l’assegno di mantenimento”. Debora Roversi, che è stata sposata con l’ex calciatore della Juventus per 13 anni, ha deciso di scrivere una lettera a Vanity Fair in cui chiarisce la situazione sul suo mantenimento dopo la sentenza della Cassazione dello scorso 10 maggio che ha stabilito che gli ex mariti non devono più garantire il tenore di vita.

Il divorzio tra Andrea Pirlo e Debora Roversi

Dopo 13 anni anni e due figli insieme Nicolò, nato del 2003, e Angela, nata nel 2006, nel 2014 Andrea Pirlo e Debora Roversi si sono separati.

Il loro divorzio è stato preso d’esempio dai media dopo la sentenza della cassazione del 10 maggio che prevede che l’assegno di mantenimento venga stabilito facendo riferimento al criterio dell’indipendenza o autosufficienza economica e non al tenore di vita goduto nel corso delle nozze.

L’ex signora Pirlo affida a Vanity Fair il suo lungo sfogo
, affermando che se una donna si è sacrificata per stare a fianco al marito ha il diritto di essere risarcita adeguatamente.

Il divorzio una vicenda mediatica

“Sulla mia vicenda personale, diventata come era inevitabile anche una vicenda mediatica, ho ritenuto a ragione di mantenere la massima riservatezza. I giornali e i mass media ne hanno parlato a lungo, come peraltro è comprensibile quando la fine di un matrimonio riguarda un campione”, inizia così la lunga lettera della Roversi pubblicata per intero su Vanity Fair.

“Ho accettato mio malgrado di non avere un ruolo e di non prendere posizione diretta su quanto ha interessato e travolto la mia vita. La propria sofferenza è un’esperienza personale, soprattutto quando rischia di essere fraintesa se non addirittura strumentalizzata”.

Debora Roversi: col divorzio non mi sono arricchita

“In occasione della recente sentenza della Corte di Cassazione che riguarda gli assegni in favore delle ex mogli, sono stata personalmente coinvolta come se fossi una donna che a dispetto del marito si è arricchita”, scrive Debora, che ha deciso di intervenire sulla questione con un lungo sfogo.

“Dopo aver riflettuto a lungo, ho capito che avrei dovuto prendere posizione direttamente ed esprimere la mia vera situazione di donna e di moglie, evitando che nel mio silenzio venissero coltivati ingiusti malintesi, volontari o meno che siano”.

L’assegno di mantenimento da 53mila euro al mese

“L’assegno che mi è stato riconosciuto non è un assegno divorzile ma è quello che la legge stabilisce nella separazione dei coniugi. L’importo non è quello indicato dai mass media (53 mila euro, ndr). Dedotto l’assegno di mantenimento dei figli e le imposte che verso regolarmente, l’importo è di gran lunga inferiore (di quasi due terzi)”.

Le rinunce di Debora per seguire la carriera di Pirlo

Debora poi racconta la storia d’amore con il campione bresciano, nato quando entrambi avevano 16 anni e di come lei sia sempre stata al suo fianco durante l’ascesa nel mondo del calcio, rinunciando a se stessa per accompagnare il marito durante la carriera.

“Ho compreso il mio ruolo con spirito di partecipazione e di sacrificio, ed ho offerto a lui ogni attimo della mia esistenza incondizionatamente per la sua sicurezza, la sua serenità, la sua concentrazione”, specifica poi Debora.

“È difficile raccontare l’abnegazione, la rinuncia e l’annullamento di me stessa al fianco di un Campione. Un senso di responsabilità continuo, a volte anche ansioso e preoccupato vissuto dentro senza dirlo, che ha permeato l’intera mia esistenza al suo fianco soltanto per lui e per la sua storia che prendeva forma”, continua la donna affermando che il sogno del marito si è avverato anche per merito suo.

Il ruolo della moglie di un calciatore

“Dirigenti, allenatori, giocatori e tifosi sanno tutti quanto sia decisivo il ruolo della moglie di un campione. Il suo destino si avvera attraverso regole sane e relazioni sane, tra cui quella decisiva con la moglie e la famiglia.
Umiltà, misura, responsabilità, amore devoto verso Andrea e i figli. Senso di servizio verso la famiglia, per il bene comune e per l’accrescimento di ogni potenzialità di Andrea mettendo a disposizione me stessa senza limiti e senza riserve”, continua la Roversi nella lettera.

Non ho mai pensato di sfruttare la situazione

“Non ho mai pensato di sfruttare la situazione, di procurarmi vantaggi di alcun tipo per prevenire i rischi del futuro. Non ho mai pensato a me stessa ed ho donato la mia vita interamente senza alcuna polizza per me e nessuna previdenza per il mio futuro”, continua la Roversi arrivando a parlare della sentenza della Cassazione dello scorso 10 maggio.

“Ecco perché la sentenza, a cui è stato riservato molto clamore, non può riguardare le donne che hanno sacrificato interamente la propria vita per il proprio uomo, rinunciando ai propri studi o al proprio lavoro e alla propria realizzazione personale”, dice la donna affermando che “un semplice assegno ‘assistenziale’ sarebbe non solo ingiusto ma anche offensivo“.

Una donna ha diritto al risarcimento per la propria vita donata per amore

“Quando una donna ha contribuito alla ricchezza del marito perdendo le chances per la propria autorealizzazione, al momento della cessazione del matrimonio, a maggior ragione quando avviene per cause a lei non attribuibili (come nel mio caso), non sarà sufficiente un mero assegno ‘assistenziale’ sarà necessario invece considerare anche il diritto ad un risarcimento per la propria vita donata per amore ed anche un compenso proporzionato al proprio contributo come avviene in una vera e propria impresa familiare”, scrive Debora facendo riferimento alla fine del suo matrimonio a seguito del tradimento del marito con Valentina Baldini.

“Il dono della propria vita non sarà mai ripagato, ma almeno sarà impedito l’oblio a cui si vorrebbe destinare la vita altrui, spesa con amore e poi abbandonata”, è la conclusione della lunga considerazione della Roversi, che sicuramente farà discutere.

Published by
Monica Monnis