La crisi colpisce anche gli anelli di fidanzamento e pensare che questo studio arriva prima della manovra finanziaria shock che è stata approvata nei giorni scorsi con l’iva al 21% (che vergogna!). Ma comunque in tempi di crisi quello che ne risente di più è il superfluo, tutto ciò che non è strettamente indispensabile viene promosso a lusso con tutto ciò che questo comporta e cioè frustrazione e insoddisfazione a go go. La crisi batte il romanticismo e per l’anello si spende sempre di meno!
L’anello di fidanzamento non possiamo chiamarlo superfluo e neanche lusso, non dico che è necessario ma fa parte della tradizione, del rito del matrimonio e dell’amore, quindi non è giusto doversi limitare così tanto anche in una cosa bella!
Secondo una ricerca un tempo gli uomini spendevano per l’anello di fidanzamento qualcosa come tre salari, tre mesi di duro lavoro che si trasformano in un anello che racchiude tutto l’amore e che è il pegno d’amore per la fatidica proposta. Adesso invece gli uomini spendono circa tre settimane di salario, ovvero trequarti di stipendio, ok sono sempre un sacrificio ma non così pazzesco, no?
Il guaio è con la crisi e con le continue stangate da parte di questo governo tutto diventa un lusso, anche una cena fuori è un problema per molti di noi!
Voi che ne pensate? Meglio come Blake Lively che preferisce le scarpe? Il guaio è che le sue sono comunque costosissime!!