Conoscete le maschere di Carnevale tradizionali italiane? Vi presento le più famose, i costumi che conosciamo sin da bambini, che nella tradizione hanno una loro storia e rappresentano dei veri e propri personaggi. Le maschere hanno origini molto lontane e si possono già ritrovare nell’antichità, all’inizio venivano utilizzate per i riti religiosi, successivamente sono state adottate anche per le rappresentazioni teatrali, attribuendo ad ognuna di loro una personalità ben precisa e definita.
Ogni maschera dunque ha le sue caratteristiche e peculiarità e rievoca abiti, costumi e dialetti della regione o città ‘origine. Scopriamo insieme le più importanti della nostra storia.
Scopri inoltre come poter realizzare delle maschere di carnevale fai da te a costo zero, con materiali che sicuramente potrai trovare in casa, così da risparmiare e perché no dilettarti in un’attività creativa e divertente con la tua famiglia.
Quali sono i personaggi storici carnevaleschi più conosciuti del nord Italia? Partiamo da Bergamo con Arlecchino fino ad arrivare a Milano con Meneghino.
Arlecchino è nato nella Bergamo alta e con il suo complesso dialetto rappresenta difatti la maschera bergamasca per eccellenza, viene dipinto come un personaggio sciocco e credulone. Ricopre spesso il ruolo di servo umile e del facchino ma è una maschera acrobatica e con la gestualità complessa. Il suo costume composto da una maschera nera e da un vestito a losanghe colorate è anche quello più conosciuto ed utilizzato dal medioevo ad oggi. Forse non tutti sanno che la maschera più antica di Carnevale è proprio Arlecchino.
Anche Brighella è una maschera di Bergamo, ma della parte bassa, al contrario di Arlecchino è un servo astuto, ingegnoso, che sa aiutare e ingannare il padrone. Ricopre vari lavori, tra cui oste, soldato, primo servitore o ladro patentato ma la sua caratteristica principale è la furbizia. Parla anche lui in dialetto bergamasco e risulta molto simpatico.
Colombina è l’unica maschera femminile, originaria di Venezia e diventata nota a partire dal ‘500, ha un vestito semplice con grembiule e una cuffietta con fiocco o piume. Colombina è vivace, graziosa e bugiarda, è una domestica furba spesso rappresentata come la moglie di Arlecchino ma amata anche da Pantalone. è molto affezionata alla sua signora e per renderla felice è disposta a fare di tutto, imbrogli compresi. Colombina schiaffeggia tutti quelli che osano importunarla.
Capitan Spaventa nasce per mano dell’attore, poeta e scrittore Francesco Andreini e rappresenta uno spadaccino elegante e sognatore dai lunghi baffi e dal grande naso che fatica a mantenere la distinzione fra fantasia e realtà. Ligure e del XI secolo, ha un vestito a strisce colorate gialle e arancio completato da un cappello ad ampie tese adornato da lunghe piume e da una lunga spada.
Meneghino è la maschera milanese per eccellenza, capace di calarsi in ruoli sempre diversi a seconda delle occasioni: servo, padrone, astuto mercante o sciocco contadino. Ha l’abitudine di prendersi gioco di nobili ed aristocratici per i loro vizi e difetti, è dotato di buon senso ed anche di una certa dose di saggezza. Meneghino non indossa maschere ma si mostra sempre a viso scoperto privo di qualsiasi trucco. Le origini di questa maschera sono piuttosto incerte ma la sua consacrazione teatrale risale in ogni caso al ‘600 quando Carlo Maria Maggi creò il personaggio che oggi tutti conosciamo.
Tra le maschere più conosciute del centro Italia troviamo sicuramente Balanzone di origine bolognese, il fiorentino Stenterello ed il romano Rugantino.
Il dottor Balanzone è un personaggio simpaticissimo, un comico che si fa chiamare “dottore” e che passa dall’essere un medico all’essere un notaio. Balanzone è la maschera di Bologna ed è presuntuosa, superba, amante degli sproloqui e delle prediche nelle quali non mancano mai delle improbabili citazioni in latino quasi sempre fuori posto.
Stenterello è la maschera tradizionale di Firenze, creata da Luigi Del Buono nel ‘700 che, dopo aver assistito al successo riscosso da Pulcinella tra i napoletani, volle dare ai fiorentini un personaggio nel quale identificarsi e che li rappresentasse. Servo, marito tradito, chiacchierone, saggio e ingegnoso ma al tempo stesso pauroso ed impulsivo. Stenterello rappresenta il popolano fiorentino, pronto ad affrontare le avversità con un sorriso nonostante sia sempre messo a dura prova da ingiustizie di ogni genere
Questa maschera impersona un tipico personaggio romanesco, “er bullo de Trastevere, svelto co’ le parole e cor cortello” il giovane arrogante e strafottente ma in fondo buono e amabile. L’aspetto caratteristico di Rugantino è la “ruganza“, parola romanesca che significa arroganza. In origine era vestito da gendarme, una guardia sempre pronta a prendersela con qualche innocente per affermare la propria forza, pian piano inizia ad assumere un carattere più bonario e pigro, diventando interprete di quella Roma popolare ricca di giustizia e solidarietà. Indossa indumenti bizzarri e stravaganti: un gilè e un importante cappello di colore rosso.
Nella storia carnevalesca del sud Italia troviamo Pulcinella, maschera partenopea più nota al mondo seguita dal simpatico personaggio di e Beppe Nappa.
La maschera di Pulcinella, come la conosciamo oggi, è stata inventata a Acerra dall’attore capuano Silvio Fiorillo nei primi decenni del Seicento, anche se in realtà le sue origini sono molto più antiche. Il suo costume moderno fu inventato nell’Ottocento da Antonio Petito, infatti, in origine, la maschera di Fiorillo indossava un cappello bicorno (diverso da quello attuale “a pan di zucchero”) e portava barba e baffi. Pulcinella rappresenta un borghese napoletano con i suoi vizi e le sue virtù, vestito da pantaloni, casacca e cappello bianchi, porta una una maschera nera con naso lungo.
Peppe Nappa fu adottato da Sciacca (Sicilia) come maschera del suo antichissimo carnevale negli anni ’50 per volontà del senatore Giuseppe Molinari. È siciliano. beffardo, pigro, ma capace di insospettabili salti e danze acrobatiche, goloso ed insaziabile, ricopre abitualmente nelle trame il ruolo del servitore. Ama stare in cucina, o ronzarvi intorno, annusandone deliziato i profumi, il cibo ed il vino sono la sua passione. Il costume è composto da una casacca e dei calzoni verdi, entrambi molto ampi e troppo lunghi, ed un cappellino di feltro bianco o verde su una calotta bianca. Il suo nome deriva da nappa, cioè “toppa” in siciliano.
Se non sai ancora che maschera indossare per Carnevale e non vuoi spendere soldi per comprarne di preconfezionate, l’idea migliore è optare per una maschera fai da te, semplice e divertente da realizzare. Puoi crearne con le tue mani una personalizzata e perfetta per te. Basterà procurarsi dei materiali facilmente reperibili come del cartoncino colorato o dei vecchi giornali, del nastro colorato ed il gioco è fatto!
Lascia spazio alla tua fantasia, disegna il personaggio che più ti piace, come ad esempio un gatto, una farfalla o una semplice maschera in stile mon amour e sbizzarrisciti con colori e brillantini.