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Nel 2025 non tutti potranno avere diritto alla Naspi, scopri perché

I cambiamenti sono molteplici, ecco perché è importante capire sin da subito quali sono le questione burocratiche che hanno subito delle modifiche e che potrebbero tornare utili anche a te nel corso dell’anno. Come la Naspi, cosa cambia nel 2025 e perché è importante farsi trovare preparati?

Scopri tutto quello che c’è da sapere sulla Naspi del 2025 e perché sono state effettuate delle modifiche non di poco conto. I cambiamenti sono pochi ma significativi, fatti per contrastare il fenomeno dei “furbetti” che negli ultimi anni hanno avuto accesso all’indennità mensile mettendo in atto una vera e propria strategia.

Naspi, cosa cambia nel 2025: tutte le informazioni da conoscere

Dal mese di gennaio 2025 sono cambiate le regole della Naspi, quindi per tutto il 2025 è importante essere a conoscenza della nuova Legge di Bilancio per evitare di commettere errori non di poco conto.

Naspi, cosa cambia nel 2025: tutte le informazioni da conoscere – Pourfemme.it

Innanzitutto capiamo bene di cosa si tratta. La Naspi rappresenta l’indennità mensile che il lavoratore riceve in caso di disoccupazione involontaria. Quindi si può accedere alla Naspi nel caso in cui termini un rapporto di lavoro subordinato. Fino ad ora si poteva richiedere l’indennità mensile avendo determinati requisiti, nel 2025 sono state effettuate alcune modifiche importanti per allontanare chiunque abbia approfittato di queste regole.

Da quest’anno per poter richiedere la Naspi è importante conoscere le nuove regole. Cosa cambia nel 2025? Fino al 31 dicembre 2024 era possibile accedere all’indennità a seguito di una perdita involontaria del posto di lavoro e avere almeno 13 settimane di contribuzione nei 4 anni precedenti l’inizio del periodo di disoccupazione.

Dal nuovo anno, invece, avrà diritto alla Naspi solo se il lavoratore licenziato avrà accumulato almeno 13 settimane di contribuzione, quindi 3 mesi di lavoro nel nuovo impiego. Quindi, i lavoratori che hanno dato dimissioni volontarie nei 12 mesi precedenti, potranno accedere alla Naspi solo se vengono licenziati da un impiego durato almeno 13 settimane.

Questo cambiamento è stato effettuato per un motivo ben preciso, ovvero garantire un’equità del sistema ed evitare che ci siano ancora degli abusi per l’accesso all’indennità. Inoltre, in questo modo è possibile anche ridurre le interruzioni effettuate spesso in maniera costante. Anche le assenze ingiustificate avranno un ruolo molto importante: alla quindicesima assenza, sempre non giustificata, si perde il diritto alla Naspi.

Bisogna, però, sapere che le novità non riguardano le persone che decidono di dimettersi per giusta causa.

Published by
Chiara Ricchiuti