Piercing ombelico o navel piercing: cool, sensuale e di grande impatto estetico. Bellissimo da sfoggiare su di un ventre tonico e liscio se con brillantino, aiuta a ingentilire le proporzioni su curve un po’ più pronunciate specialmente se pendente. Con l’abbronzatura, poi, il piercing all’ombelico spicca come un faro e, accompagnato da top corti e bikini, vi farà sentire ancora più affascinanti. Quel tipo di fascino universalmente riconosciuto sia da maschietti che da femminucce come intramontabile: ed è proprio così, non passa mai di moda!
Qualora siate convinte di volerlo fare però, sappiate che può comportare dei rischi. Rischi che con la giusta informazione possono essere tranquillamente arginati: il primo passo -mai scontato- è quello di rivolgersi a professionisti seri, dotati di studi con norme igieniche scrupolosamente rispettate. Il secondo, invece, è che il piercing all’ombelico necessita di costanti cure, sia durante la fase iniziale che in quelle successive.
Sapevate dell’esistenza di svariate tipologie di piercing all’ombelico?
Esistono poi diversi tipi di gioielli da inserire nel foro: la sfera di titanio, l’anello oppure la classica banana, che può assumere davvero tantissime forme ed essere arricchita di brillantini anche colorati e luccicanti.
Innanzitutto assicuratevi che lo studio che sceglierete per il vostro piercing all’ombelico sia in possesso dell’apposita certificazione ASL, che il professionista sia qualificato e non un amico che si cimenti per diletto, e che gli strumenti utilizzati siano perfettamente disinfettati ed utilizzati rigorosamente con i guanti.
Il piercer dovrà poi procedere sterilizzando la zona dove effettuerà il piercing, marcherà il punto destinato al foro tramite un pennarello, con una pinza bloccherà la parte di pelle che dovrà forare e, infine, con un ago cavo da 14 mm praticherà il foro. Dopo aver sfilato quest’ultimo, avviterà il gioiello con la sfera di titanio. Ultimo ma non ultimo, sinceratevi che il piercing utilizzato sia in materiale ipoallergenico!
Importantissimo da precisare: il piercing all’ombelico non si effettua con la pistola e soprattutto non si deve tentare a casa da sole! Una volta presa la decisione, non si bada a spese: 70-100 euro valgono la pena, considerato che c’è in gioco la salute, oltre ad un lavoro esteticamente ben fatto. Tale è infatti il costo medio presso uno studio.
Il dolore che si può provare durante la foratura della pelle è, come si può immaginare, molto soggettivo in quanto tutto dipende dalla propria soglia di sopportazione. In genere l’intensità è media ma, non appena il gioiello ipoallergenico viene inserito, tutto passa velocemente. Tuttavia, come tutte le piccole ferite aperte, per i primi giorni la zona potrà risentire del trauma: l’ombelico sarà dolente, e potrebbe risultare fastidioso disinfettarlo.
Meglio, durante questa fase, non dormire a pancia sotto onde evitare sfregamenti. Sarebbe opportuno inoltre non esporsi al sole, fare bagni al mare ed entrare in contatto con la sabbia. Naturalmente dopo la prima fase -ovvero le prime settimane- qualora l’area attorno al piercing si gonfi, apparendo arrossata e dolente, probabilmente potrebbe trattarsi di un’infezione: la cosa migliore da fare è perciò quella di recarvi dal medico per fargli dare un’occhiata.
Tecnicamente il piercing all’ombelico è costituito da un piccolo foro che il piercer (ovvero il professionista che lo esegue) effettuerà sul lembo di pelle che sporge sopra, sotto o di lato della zona interessata con l’ausilio di un ago. L’operazione in sé è immediata, non troppo diversa dal classico “buco” al lobo delle orecchie. I problemi, e quindi i rischi, possono nascere al verificarsi di queste condizioni:
L’igiene è essenziale: il nostro ombelico è un vero e proprio ricettacolo di germi di tutti i tipi, e una ferita in quella zona può davvero infettarsi in modo anche serio. Quindi, occhio alle cure!
Sono essenzialmente quattro le possibili reazioni avverse al piercing all’ombelico, come del resto a tutti:
Inoltre, qualora dopo la cicatrizzazione si sostituisca il gioiello ipoallergenico con un altro contenente nichel (mai prima della fine della cicatrizzazione, che può durare anche un anno), si potrebbe sviluppare una forma allergica a tale metallo.
Al verificarsi di ciascuna di queste infezioni, il piercing andrà tempestivamente rimosso -sempre e comunque- senza contare che, in caso di tumore o granuloma, si dovrà anche effettuare un piccolo intervento al fine di asportarli, con conseguente cicatrice. È per questo bene calcolare anche queste, magari remote, possibilità prima di sottoporsi ad un piercing all’ombelico.
Il piercing all’ombelico va curato con particolare attenzione e non va mai preso sottogamba: innanzitutto occorre sapere che i tempi di cicatrizzazione vanno dai 4 ai 12 mesi, ergo possono essere anche molto lunghi.
Queste sono le operazioni da effettuare quotidianamente:
Durante la guarigione sarebbe meglio evitare il contatto con la sabbia e, nei primi giorni, anche il bagno in mare ed in piscina così come l‘eccessiva esposizione ai raggi solari. Fondamentale non cambiare il gioiello prima che avvenga la cicatrizzazione completa, e tenersi lontano dalle attività sportive almeno per le prime due settimane seguenti all’effettuazione del piercing all’ombelico: si potrebbe incorrere in lesioni da strappo, nel caso in cui il piercing si impigli nei vestiti a causa del movimento (ma anche in qualsiasi altro caso, quindi state attente!).
Quando cambiate gioiello assicuratevi di utilizzare piercing in materiali ipoallergenici, altrimenti l’area potrebbe fare infezione anche successivamente alla completa guarigione.
Con l’avanzare del tempo sono sempre di più i centri specializzati in piercing e tatuaggi, accolti con grande anzi grandissimo entusiasmo: va da sé che il prezzo per un piercing all’ombelico vari da studio a studio, nonché da professionista a professionista. In ogni caso, in linea di massima il costo può aggirarsi tra i 50 ed i 100 euro.
Ora che è tutto chiaro la domanda è oltremodo lecita: ma quali sono i modelli di tendenza? Vediamone subito qualcuno!
Parola d’ordine: semplicità. Di qualsiasi ambito si tratti, questa è sempre una carta vincente! Il classico brillantino nell’area ombelicale poi è un evergreen che non annoia mai.
Semplicità sì, ma con un tocco personale: in commercio e nei vari online shop si vedono migliaia di gioielli standard rivisitati, e questo ne è soltanto un esempio.
Fan dei pendenti? Eccovi accontentate: tra brillanti e charms la scelta è ardua, dunque perché non coniugare le due cose?
Poco sopra l’ennesima alternativa ai più classici pendenti, data da luminosi e delicati fiorellini in scala di dimensione.
Infine, perché non arricchire un gioiello basic optando per una di quelle popolarissime nonché particolarissime body chain che tanto si vedono negli ultimi tempi? Non ci avevate pensato, dite la verità!