Positività tossica, come riconoscere e superare la dittatura del pensiero positivo

Essere felici non deve diventare un obbligo: scopri come la positività può diventare tossica, gli effetti negativi che può avere questo fenomeno e come liberarsene.

“Io penso positivo” è il titolo di una delle canzoni più famose di Jovanotti, rimasta una hit anche a distanza di tanti anni. La positività generalmente è vista come un valore universale, un atteggiamento che ci aiuta a superare le difficoltà e a mantenere uno stato d’animo sereno. In alcuni casi però la positività diventa eccessiva: viene utilizzata per soffocare o negare emozioni negative e si trasforma in una forma di pressione psicologica. Ecco che si parla allora di “positività tossica”. 

Un fenomeno all’apparenza benintenzionato, ma che in realtà può avere effetti dannosi sul benessere emotivo di una persona. In questo articolo approfondiamo che cos’è la positività tossica, come riconoscerla e quali strategie adottare per superarla.

Che cos’è la positività tossica: la “dittatura del pensiero positivo”

La positività tossica è quella tendenza a imporre un atteggiamento di ottimismo e felicità a ogni costo, ignorando, minimizzando o invalidando emozioni negative come tristezza, rabbia o paura. Le frasi tipiche attraverso le quali si manifesta questo fenomeno?

Quasi tutti ce le siamo sentite dire almeno una volta: “Pensa positivo!”, “Non essere così negativo!” oppure “Altri stanno peggio di te” e così via. Queste espressioni all’apparenza sono incoraggianti, in realtà però possono impedire alle persone di esprimere i propri sentimenti autentici e di affrontare le proprie difficoltà.

testa con emoticon tristi e felici
Cos’è e come si manifesta la positività tossica – pourfemme.it

Questa forma di positività è “tossica” perché, invece di promuovere il benessere, contribuisce a reprimere emozioni genuine, portando a un accumulo di stress e ansia.

Quando si nega la realtà delle emozioni negative, si nega anche la possibilità di elaborarle e superarle in modo sano. La positività tossica deriva da una cultura che enfatizza il pensiero positivo come soluzione a ogni problema, trascurando l’importanza di vivere e riconoscere anche i momenti difficili.

Come riconoscere la toxic positivity: i segnali

Riconoscere la positività tossica non è sempre semplice: spesso infatti è mascherata da intenzioni benevole. Ci sono però alcuni segnali distintivi che possono aiutare a identificarla. Il primo è la minimizzazione dei sentimenti. Se ti trovi spesso a ricevere commenti che sminuiscono i tuoi sentimenti, come “Non è poi così grave” o “Supererai tutto in fretta”, potresti essere di fronte a un caso di positività tossica. Queste frasi non riconoscono l’importanza delle tue emozioni e ti fanno sentire come se non fosse giusto provare ciò che stai provando. 

donna triste con amica che la consola
Come riconoscere la positività tossica – pourfemme.it

Ti siete mai sentito “obbligato ad essere felice”? La positività tossica spesso si manifesta quando ci si sente costretti a mostrare un atteggiamento allegro e ottimista anche quando dentro di sé si prova il contrario. Questo può avvenire sia in contesti sociali che personali, dove si percepisce una pressione costante a “vedere il lato positivo” anche nelle situazioni più difficili.

Un altro segnale di positività tossica è l’idea che provare emozioni negative sia sbagliato o segno di debolezza. Frasi come “Non essere così negativo” o “Sei troppo sensibile” trasmettono il messaggio che dovresti reprimere le tue emozioni invece di accettarle per poi elaborarle.

Gli effetti della positività tossica

La positività tossica può avere effetti profondamente negativi sulla salute mentale e sul benessere emotivo. Se ci sentiamo costantemente obbligati a mostrare positività possiamo sviluppare un senso di colpa per le nostre emozioni negative.

Il rischio è quello di auto colpevolizzarci, di sentirci isolati e incapaci di chiedere aiuto. Il messaggio che passa infatti è quello che le difficoltà non sono poi così insormontabili, e possiamo superarle da soli. Questo può aggravare i sintomi di ansia e depressione e oltretutto ci frena dal richiedere il supporto di cui avremmo bisogno.

donna triste
Gli effetti negativi della positività tossica – pourfemme.it

Inoltre la positività tossica può danneggiare le relazioni interpersonali. Quando le emozioni di una persona vengono costantemente invalidate è facile sentirsi incompresi o ignorati e questo può sfociare in un senso di alienazione e isolamento. Nel lungo termine questo meccanismo può erodere la fiducia e l’intimità nelle relazioni, rendendo difficile per le persone connettersi emotivamente.

Come superare l’obbligo di essere “felici ad ogni costo”

Superare la positività tossica richiede un approccio consapevole ed empatico verso le proprie emozioni e quelle degli altri. Ecco alcune strategie per farlo.

  • Accettazione delle emozioni: il primo passo per superare la positività tossica è riconoscere che tutte le emozioni, positive o negative, sono valide e hanno un loro scopo. Le emozioni negative, in particolare, possono servire come segnali importanti che qualcosa nella nostra vita necessita di attenzione o cambiamento.
  • Esprimere i propri sentimenti: invece di reprimere le emozioni negative, è importante trovare modi sani per esprimerle. Parlare con un amico fidato, scrivere un diario o praticare la meditazione possono essere strumenti efficaci per elaborare ciò che si prova.
mani che tengono cubetti di legno con varie espressioni
Come superare la positività tossica – pourfemme.it
  • Evitare frasi stereotipate: quando ci si trova di fronte alle difficoltà degli altri, è essenziale evitare frasi fatte che possono risultare invalidanti. Si può offrire invece un ascolto empatico e un sostegno concreto, riconoscendo la complessità delle emozioni altrui.
  • Praticare l’autocompassione: essere compassionevoli con sé stessi non significa autocommiserarsi, ma accettare che non sempre possiamo essere felici e che è normale provare una gamma di emozioni. Questo approccio aiuta a ridurre l’autocritica e a promuovere un atteggiamento più equilibrato verso la vita.
  • Riformulare il pensiero positivo: il pensiero positivo non deve essere abbandonato, ma riformulato. Invece di forzarsi a vedere solo il lato positivo, si può cercare un ottimismo realistico che riconosce le difficoltà ma rimane aperto alla possibilità di miglioramento.

La positività tossica è un problema insidioso che può sembrare innocuo o addirittura benefico, ma che in realtà mina la nostra capacità di affrontare e superare le difficoltà della vita. Riconoscerla e superarla è essenziale per mantenere un equilibrio emotivo sano e autentico.  

Solo accettando la gamma completa delle nostre emozioni e adottando un approccio più aperto ed empatico verso noi stessi e gli altri possiamo creare un ambiente emotivo che promuove il vero benessere.

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