Si sente spesso parlare di psicosi infantile, ma in cosa consiste, quali sono i principali sintomi, le cause e le cure? Innanzitutto non bisogna confondere la psicosi con l’autismo, se quest’ultimo infatti comporta un atteggiamento di isolamento dal mondo, la psicosi non esclude necessariamente un contatto con gli altri ma consiste piuttosto in una distorsione della realtà. Va poi fatta una distinzione principale fra due tipologie di psicosi, quelle sintomatiche e quelle funzionali, le prime di origine psicologica, le seconde dovute a danni fisici. Scopriamo quindi i sintomi che le contraddistinguono, le cause e le cure.
Le psicosi infantili si distinguono principalmente in sintomatiche e funzionali. Come abbiamo anticipato, la prima tipologia è dovuta a cause psicologiche mentre la seconda è da correlarsi a danni fisici come malattie o traumi di varia natura. Per quanto riguarda l’età, le psicosi in età infantile possono manifestarsi fin dai 3 anni ma non oltre ai 20 anni. La schizofrenia infantile in taluni casi può essere dovuta a a contesti familiari difficili: i bambini rischiano di diventare una sorta di capro espiatorio familiare, fingendosi talvolta “pazzi” per difendersi in modo inconscio e distorto dal clima di tensione.
Per quanto riguarda i sintomi, la maggior parte degli studi in materia distinguono fra sintomi positivi come allucinazioni, problemi linguistici e comportamentali, e sintomi negativi, come depressione e apatia, finalizzati entrambi ad attirare le attenzioni dei genitori e in qualche modo ad esercitare una forma di controllo su di loro. Meccanismi inconsci che spesso nascono a seguito di traumi, climi particolarmente tesi, problemi familiari di grossa entità. La psicosi affettiva infantile serve al bambino per trasmettere un messaggio, mostrare il suo malessere e in definitiva perché gli adulti si accorgano che qualcosa non funziona come dovrebbe, forse anche in loro.
Ulteriori forme di psicosi sono la sindrome simbiotica, in cui il distacco dalla figura materna determina uno stato di ansia e terrore sproporzionati, e il disturbo bipolare infantile, che si caratterizza per l’alternarsi di stati d’animo oscillanti fra l’iperattività e la depressione. La sindrome simbiotica può dipendere, tra le altre cose, da un atteggiamento materno freddo e distaccato, che fa sentire il bambino non protetto adeguatamente.
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Il consulto di specialisti è sempre consigliato in caso di psicosi infantili, difatti il parere di un professionista, anche nei casi meno eclatanti, può aiutare a focalizzare il problema e a individuare le possibili cause, che spesso si celano nell’ambiente familiare o in rapporti genitori-figli carenti sotto certi punti di vista. Ovviamente la colpa non è attribuibile solo alle figure genitoriali ma analizzare il contesto di crescita è il primo passo per fare luce sul disagio. A meno che la psicosi non sia dovuta a cause prettamente fisiche, come malattie e traumi vari, eventualità che non esime comunque da un consulto psichiatrico. La terapia per la psicosi infantile comporta talvolta la somministrazione di appositi farmaci su prescrizione medica.
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