Vuoi sparire dai documenti della Chiesa? La cifra da pagare che non ti aspetti

Ecco quali sono i costi da sostenere per annullare un matrimonio celebrato con rito religioso se le circostanze lo consentono.

Chi decide di presentare la domanda di annullamento del matrimonio al Tribunale Ecclesiastico della Sacra Rota Romana sa che al momento non è gratis e che ha dei costi, anche se Papa Francesco è tornato sull’argomento chiedendo che le procedure non siano più a pagamento.

Inaugurando il 96° Anno giudiziario del Tribunale della Rota Romana, papa Francesco ha ricordato che proprio quest’anno ricorre il decimo anniversario dei due Motu Proprio ‘Mitis Iudex Dominus Iesus’ e ‘Mitis et Misericors Iesus’, con i quali ha riformato il processo per la dichiarazione di nullità del matrimonio rendendolo più celere.

Il pontefice ha rimarcato la necessità di rendere i processi più accessibili e agili ma anche gratuiti in modo tale da non gravare sui fedeli che si trovano nella situazione di bisogno e che chiedono un rimedio. Ma quali sono attualmente i costi che bisogna sostenere per annullare un matrimonio religioso?

Quanto costa annullare il matrimonio davanti alla Sacra Rota

Si può annullare un matrimonio religioso ma occorre mettere in conto che bisogna sborsare del denaro. Ma qual è il costo per l’annullamento di un matrimonio presso il Tribunale Ecclesiastico della Rota Romana?

Papa Francesco, durante l'incontro con il Collegio dei Prelati Uditori del Tribunale della Rota Romana, in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario, Città del Vaticano
Quanto costa annullare il matrimonio davanti alla Sacra Rota – foto Ansa – pourfemme.it

In base a quel che si può leggere sui documenti forniti dai tribunali ecclesiastici diocesani, il costo di un processo canonico di nullità matrimoniale è essenzialmente composto da due voci. Uno è il contributo alle spese processuali e l’altro è l’onorario dell’avvocato detto ‘Patrono’, che viene indicato dallo stesso Tribunale secondo delle regole che sono decise dalla Conferenza Episcopale.

La prima voce di spesa, cioè il contributo per lo svolgimento del processo, viene sostenuto solo in parte dai fedeli, il resto è a carico della Conferenza Episcopale Italiana “affinché i fedeli non siano impediti per motivi economici di ricorrere a questo strumento per fare verità sulla propria situazione”. Ad ogni modo è pari a 525 euro per chi chiede l’annullamento mentre per la parte convenuta non si prevede nessun contributo a meno che non si costituisca in giudizio con un proprio avvocato, allora la cifra è pari a 262,50 euro.

Invece la seconda voce di spesa che riguarda il costo del Patrono dipende e può variare tra primo e secondo grado. Nel primo caso si va da un minimo di 1.600 euro a un massimo di 3mila euro, nel secondo è tra 650 e 1.300 euro. A queste spese vanno aggiunti gli oneri fiscali.

Nel caso di assegnazione di un Patrono Stabile del Tribunale e dell’ammissione al Gratuito Patrocinio da parte di un avvocato in libera professione il costo da sostenere è pari a zero, ad esclusione delle spese processuali, dalle quali si può chiedere l’esenzione totale o parziale in casi di “comprovata impossibilità a farvi fronte”.

Infine vi è un contributo richiesto dall’Ufficio Speciale presso il Tribunale Apostolico della Rota Romana che varia di volta in volta, attualmente è di 800 euro. Altro iter è il divorzio veloce voluto dalla riforma Cartabia.

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