Il reddito di cittadinanza è stato uno degli aspetti fondamentali nella vittoria del Movimento 5 Stelle nelle elezioni del 4 marzo. Al momento però è solo una proposta fatta in campagna elettorale. L’unico sostegno per la povertà che si può richiedere attualmente, infatti, è il reddito di inclusione introdotto dal governo Gentiloni.
Ha diritto a richiedere e percepire il reddito di cittadinanza chi:
Possono percepire il reddito di cittadinanza anche gli stranieri, ma a condizione di:
Il reddito di cittadinanza non è una misura con un termine preciso. Secondo Beppe Grillo “è previsto solo per chi è in un momento di bisogno”. Ma in realtà non dovrebbe essere proprio così, perché per un pensionato che non arriva a percepire 780 euro mensili si tratterebbe di un’integrazione al reddito da ricevere finché è in vita. Per gli altri si tratterebbe comunque di “un meccanismo condizionato che si conclude con una proposta di lavoro che proviene dal centro per l’impiego” – almeno questa è l’intenzione espressa da Di Maio. Per poter continuare a ricevere il reddito di cittadinanza è necessario poi rispettare alcune regole:
Visto il livello di disoccupazione presente in Italia, pensare di poter offrire a ciascun disoccupato tre posti di lavoro sembra un ipotesi molto improbabile. Per molti, anche in età lavorativa, questa misura difficilmente potrebbe essere a termine.
L’importo base è di 780 euro. Questa cifra va erogata solo a chi non ha alcun reddito, mentre chi ad esempio percepisce uno stipendio di 500 euro al mese, riceverà solamente un’integrazione mensile di 280 euro. I 780 euro potrebbero aumentare con il crescere del nucleo familiare: due adulti senza figli potrebbero ricevere fino a 1.170 euro al mese, un adulto con un figlio minore di 14 anni 1.014 euro al mese, due adulti con due figli sotto i 14 anni 1.638 euro al mese, e così via.
La misura proposta dai 5 Stelle non è un vero e proprio reddito di cittadinanza. Si tratta piuttosto di un reddito minimo garantito. L’unica esperienza vera e propria di reddito di cittadinanza è quella dell’Alaska. In questo Stato Usa, tutti i cittadini ricevono, se vi risiedono da almeno un anno, un importo di circa mille dollari l’anno – dipende dal prezzo del petrolio, nel 2015 avevano raggiunto il massimo di 2.000 dollari – indipendentemente da reddito, occupazione o età.
Misure simili a quelle proposte dal M5S sono presenti in quasi tutti i paesi europei – e sono presenti anche in Italia, perché il reddito di cittadinanza non è altro che un super reddito di inclusione. Le prestazioni più generose in questo campo sono quelle dell’Europa del Nord. In Danimarca il reddito minimo garantito può arrivare ai 3.000 euro per una famiglia numerosa.
Nell’Europa orientale, le somme erogate sono significativamente più basse – ma bisogna confrontare il costo della vita tra queste parti del Vecchio Continente. In Lituania , ad esempio, vengono rimborsate le spese relative ai bisogni fondamentali come l’acqua calda o quella da bere. Il diritto a ricevere queste somme si esaurisce dopo tre mesi, ma può essere rinnovato.
Il reddito di cittadinanza nella versione M5S non sarà di semplice applicazione. La sua applicazione costerebbe 29 miliardi di euro l’anno (e non la quindicina di miliardi prevista dai 5 Stelle). E le coperture previste dal Movimento sono abbastanza fantasiose: appare poco realizzabile l’aumento delle tasse su trivellazioni, gioco d’azzardo, banche ed assicurazioni, così come i tagli alle pensioni d’oro. Si potrebbe arrivare ad un finanziamento del reddito di cittadinanza a patto di aumentare la pressione fiscale, tagliando per esempio il bonus di 80 euro che comunque ha portato un po’ di ossigeno nelle famiglie di tanti italiani.
Bisogna però dare atto ai 5 Stelle di una cosa. Molto probabilmente nel prossimo futuro ci sarà una forte disoccupazione legata agli sviluppi tecnologici, ed è importante iniziare a dibattere già ora di una misura come il reddito di cittadinanza – anche se non sarà nella forma del cavallo di battaglia M5S.