L’alterazione di gusto e olfatto sono due possibili sintomi della gravidanza sperimentati infatti da un gran numero di donne durate i 9 mesi. Molte future mamme lamentano questi fastidi fin dai primi momenti della gestazione: l’intolleranza, fino al vero e proprio disgusto con nausea associata, verso odori e sapori anche in precedenza graditi. Una sorta di ribellione del corpo, alla quale non ci si può che adattare, ma che destabilizza e crea non poco disagio. Scopriamo tutto quello che una futura mamma deve sapere su questi primi sintomi della gravidanza, ossia sul perché si verificano e cosa è possibile fare per mitigarne gli effetti.
Fin dalle primissime settimane di gestazione possono verificarsi delle modificazioni che coinvolgono specificamente la capacità di percepire il gusto e il profumo dei cibi, e che spesso sono associate a disturbi quali nausea, vomito e bruciori di stomaco, arrivando ad avere ripercussioni sulla digestione e, più in generale, sull’appetito, che tende a diminuire anche in modo preoccupante.
Tra ipersensibilità agli odori, malessere generale, inappetenza e, in più, un fastidioso gusto amaro in bocca, soprattutto i primi mesi della gravidanza diventano un vero e proprio tormento.
I colpevoli di tutta questa vasta gamma di inconvenienti sono, manco a dirlo, gli ormoni sessuali, ossia gli estrogeni e soprattutto il progesterone, ovvero quell’ormone che svolge il prezioso ruolo di “personal trainer”, preparando il corpo femminile ad accogliere nel modo migliore il feto in via di formazione.
In pratica, proprio al cosiddetto “ormone della gravidanza” si deve quella particolare acutizzazione dei sensi del gusto e dell’olfatto che modifica la percezione rendendo le donne in attesa assai più sensibili delle altre.
Inoltre, molte gestanti, oltre a non tollerare più cibi in precedenza molto graditi, si ritrovano a prediligere alimenti dal gusto acidulo. Questo è dovuto ad una diminuzione della produzione di acido cloridrico nello stomaco, proprio a causa della presenza del feto. Si tratta dell’acido che vien prodotto dalla mucosa gastrica per facilitare la digestione e che durante i mesi della gravidanza è molto meno abbondante.
Durante la gravidanza si potrebbero sperimentare delle alterazioni del gusto arrivando a percepire i sapori in modo totalmente diverso tanto da spingere la futura mamma ad evitare il consumo di alcuni alimenti in realtà amati prima del concepimento.
Ciò che si verifica è un aumento del livello di estrogeni e progesterone, primi responsabili dei cambiamenti a livello delle papille gustative, e una maggiore sensibilità del gusto amaro arrivando a modificare anche il retrogusto di un semplice bicchiere di acqua.
Quanto si verifica viene chiamata “disguesia”, termine coniato per descrivere la percezione di un sapore metallico in bocca durante la gravidanza, definita anche con la descrizione “bocca di metallo”.
Alcune ricerche hanno attribuito questo sintomo ad una protezione da parte del corpo umano verso alcuni alimenti dannosi che la donna dovrebbe evitare di ingerire durante la gravidanza, e a provocarla, oltre agli ormoni è anche la ritenzione idrica responsabile di un aumento del volume del sangue e dei conseguenti edemi e gonfiori.
Oltre al sapore amaro in bocca, in gravidanza la diminuzione della produzione di acido cloridrico nello stomaco a causa della presenza del feto porta la donna ad avvertire un sapore amaro o acido nella bocca.
In linea generale la disguesia e la sensazione di bocca amara vanno ad attenuarsi dal secondo trimestre, quando cioè gli ormoni sessuali si stabilizzano e la sensazione di sapore metallico o amaro tenderà quindi a scemare.
Oltre ad un’alterazione del gusto, in gravidanza la futura mamma è solita sperimentare anche un’aumento della sensibilità dell’olfatto.
La percezione degli odori con una intensità maggiore rispetto a quella prima del concepimento viene definita con il termine “iperosmia gravidica”, sintomo di nuovo causato dai nuovi assetti ormonali e da un aumento degli estrogeni.
E come per la disguesia, anche in questo caso le ricerche lo vogliono un sintomo di protezione da parte del corpo della futura mamma che la mette in allarme davanti al pericolo di fumi nocivi o ambienti inquinati e poco salubri.
Ecco perchè alla futura mamma potrebbero dar fastidio gli odori emessi da alimenti facilmente deperibili come il pesce, ma anche quelle di sostanze che non dovrebbe consumare come alcol e caffè, al fumo di sigarette, all’odore della benzina, dell’ammoniaca e anche ad alcune profumazioni chimiche.
Cosa si può fare per ovviare a questo “stravolgimento” del gusto e dell’olfatto?
Semplicemente evitare tutto ciò che può accentuare questi malesseri e aspettare, poichè non esistono trattamenti medici in grado di risolverli.
Normalmente comunque tale sintomatologia non prosegue oltre il terzo mese, e l’appetito, come il gusto, tornano più o meno normali.
Ma nel frattempo, in generale, è utile seguire questi consigli:
Nella maggior parte dei casi la sensibilità agli odori e la bocca amara, dolciastra o metallica tendono a risolversi alla fine del terzo mese di gravidanza, ma segnaliamo che in caso di gravidanza gemellare si potrebbe verificare una forte accentuazione dei sintomi con una durata ben oltre il primo trimestre.
Nei casi più gravi in cui si dovesse presentare anche un forte e continuo senso di nausea consigliamo di consultare il medico curante per stabilire i rimedi più adatti.