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Streptococco in gravidanza: sintomi, rischi, conseguenze e come si prende

Scopriamo quali sono i sintomi, le cause, i rischi, le conseguenze e come si prende lo streptococco. Pur non essendo pericoloso, può scatenare infezioni da non sottovalutare. Lo streptococco fa infatti parte della famiglia degli Streptococcus Pneumoniae, batteri di forma circolare che crescono in coppia o in catene, potenzialmente patogeni. Solitamente lo streptococco non produce particolari sintomi ma in determinati frangenti può scatenare infezioni pericolose. Va però fatta una distinzione tra Streptococco Beta-Emolitico di tipo A, che intacca la gola ed è pericoloso sia per la donna in dolce attesa che per il neonato, e lo Streptococco B, rischioso più che altro per il feto, cui può essere trasmesso durante il parto o per contagio all’interno dell’utero. Per questo è importante verificare se la donna in gravidanza ne è portatrice tramite un apposito tampone. Scopriamo quali sono i sintomi, le cause, i rischi, le conseguenze e come si prende.

Quali sono i sintomi

Lo streptococco di tipo A provoca infezioni alla gola in gravidanza che si manifestano solitamente con tosse grassa e catarro denso, da debellare tramite somministrazione di appositi antibiotici. Lo streptococco B solitamente non produce sintomi particolari ma può provocare, in determinate circostanze, febbre prima e durante il travaglio o malessere generale. In alcuni casi si possono riscontrare batteri sospetti nelle urine o aumento dei globuli bianchi nell’emocromo. Un’urinocoltura in gravidanza rintraccerà l’eventuale presenza dello streptococco vaginale mentre il tampone vaginale e/o rettale confermerà se vi sia o meno necessità di ricorrere ad un antibiotico.

Nel bambino con streptococco positivo di tipo B si possono manifestare, entro le prime 72 ore di vita, sintomi come tachipnea e dispnea, cianosi, ipotensione, tachicardia e iperpiressia, alta irritabilità e scarsa alimentazione. Talvolta nel corso della prima settimana dalla nascita si riscontrano scarsa vitalità, pianto, difficoltà ad alimentarsi, vomito, pallore, potenziali sintomi di meningite.

Rischi e conseguenze

Per quanto riguarda lo streptococco B, secondo le statistiche solo 3 bambini su 1.000 nati da portatrici sane presentano quadri clinici preoccupanti. Ciò accade solo se i batteri entrano nel sangue del neonato, in tal caso possono manifestarsi da subito sepsi, polmonite o meningite, contro la quale esiste un nuovo vaccino anti meningococco. C’è chi riesce a sopravvivere senza problemi e chi, al contrario, va incontro alla morte o a handicap permanenti come danni cerebrali di varia entità, perdita dell’udito o della vista.

L’infezione da streptococco b, chiamato streptococcus agalactiae, può provocare conseguenze pericolose nella donna in gravidanza: travaglio prematuro, rottura delle acque che costringe ad andare in ospedale o febbre nel corso del travaglio. Possono inoltre comparire infezioni del sacco amniotico o infezioni urinarie e nel post-partum infezioni del rivestimento dell’utero (endometrite) o della ferita chirurgica in caso di cesareo.

Tampone per lo streptococco in gravidanza: come si fa

Per evitare spiacevoli conseguenze è importante che la donna gravida effettui un test nelle ultime settime di gestazione, per la precisione tra la 34esima e la 36esima settimana. In caso di tampone positivo, si deciderà se somministrare alla gestante appositi antibiotici nelle 4 ore precedenti il parto. Ma come si fa il tampone? Si tratta di un semplice prelievo di secreto vaginale e rettale, indolore e non invasivo, il cui esito è disponibile in pochi giorni. D’altra parte lo streptococco di tipo A è rischioso non solo per le vie respiratorie della madre, ma a causa degli anticorpi che nel tentativo di eliminarlo attaccano l’embrione, percependolo come corpo estraneo.

Come si prende lo streptococco

In gravidanza le infezioni alla gola da streptococco A si contraggono solitamente a causa della debolezza del sistema immunitario. Quali le cause dello streptococco Beta emolitico gruppo b? Dipendono dal fatto che la donna ne sia portatrice sana. Questo batterio vive infatti nel tratto vaginale e nell’intestino della donna, senza comportare nella maggior parte dei casi alcun pericolo per la sua salute. Il batterio può essere contratto dai neonati sia nell’utero che durante il parto per contagio.

Cure per lo streptococco

In caso di streptococco l’omeopatia consiglia Propoli ed echinacea, che vanno in ogni caso assunte dopo aver consultato il proprio medico. Ma l’esito positivo del tampone prevede anche la cura antibiotica, il cui scopo è sterilizzare l’ambiente vaginale per evitare il contagio. Di solito la somministrazione dell’antibiotico, che avviene per via endovenosa, ha inizio quattro ore prima dell’espletamento del parto. L’antibiotico non comporta rischi per il neonato ma serve semplicemente a proteggerlo da un’eventuale infezione. Se però la donna partorisce con taglio cesareo, la profilassi antibiotica non è necessaria visto che il bimbo non passa attraverso il canale vaginale.

Published by
Laura De Rosa