Quali sono i sintomi, le cause e la terapia per lo streptococco? E come avviene il contagio?
Lo streptococco è un micro-organismo, appartenente alla famiglia, numerosa quanto pericolosa, degli Streptococcus Pneumoniae, una serie di batteri caratterizzati da una forma tondeggiante, che crescono in coppia o in catene e, in molti casi, vantano un elevato potere patogeno. Quando lo streptococco colpisce un organismo, infatti, può scatenare delle infezioni con un quadro sintomatologico più o meno grave a seconda dell’età dell’individuo e delle sue difese immunitarie.
I sintomi più comuni
Lo streptococco è un batterio di cui esistono 20 specie diverse. Tuttavia, solo alcune di queste comportano un reale rischio per l’organismo umano, i principali dei quali sono:
Beta-emolitici di gruppo A
La maggior parte delle infezioni causate dallo Streptococco partono da un batterio che fa parte di questa categoria, lo Streptococcus pyogenes, il quale assume una patogenicità quando le normali barriere di difesa dell’organismo ospite si indeboliscono e non riescono più a contrastare l’azione del batterio. Responsabile di una serie di manifestazioni infiammatorie questa tipologia di Streptococco provoca numerosi sintomi come:
- Mal di gola
- Tonsillite
- Polmonite
- Scarlattina
- Infezioni della cute
- Faringite
- Placche in gola
- Tonsille gonfie
- Linfonodi ingrossati
- Mal di testa
- Febbre
- Febbre reumatica
- Impetigine
- Quarta malattia
Beta-emolitici di gruppo B
Il patogeno capostipite di questo gruppo è noto come Streptococcus agalactiae. Lo streptococco del gruppo B può rivelarsi più pericoloso della tipologia precedente perchè scatena delle gravi infezioni sistemiche nei neonati. La trasmissione del batterio avviene normalmente dalla madre al figlio durante le fasi del parto. Tra i sintomi di questa infezione, i più comuni sono:
- Meningite
- Endocardite
- Artrite settica
- Setticemia
- Polmonite
Cause e fattori di rischio
Come per la maggior parte delle infezioni, anche quella da Streptococco avviene a causa di un abbassamento delle difese da parte del sistema immunitario. I suoi batteri, infatti, sono altamente contagiosi e, di conseguenza, facilmente trasmissibili. Sicuramente, però, possono esserci tutta una serie di fattori di rischio che rendono alcuni soggetti più predisposti di altri al contagio dello Streptococco. Questi sono:
- Frequentazione di luoghi chiusi e affollati
- Contatto con specie aggressive di Streptococco
- Stretta vicinanza con bambini dai 5 anni in su, maggiori mediatori del batterio
Streptococco in gravidanza
Lo Streptococco è un batterio che si può trovare generalmente nell’ambiente vaginale. In una condizione normale, la sua presenza può risultare innocua per la donna. Tuttavia, la situazione si complica in gravidanza a causa di rischi e possibili conseguenze, e in particolare durante il parto. Come già detto in precedenza, le infezioni che rischia il neonato in presenza dello Streptococco sono gravi e pericolose. Per questo, una volta individuato, la futura madre dovrà seguire una terapia antibiotica per evitare di trasmetterlo al nascituro.
Per diagnosticare la presenza del batterio è necessario sottoporsi al cosiddetto Rapid Strep test (Streptex) o con l’analisi colturale.
Come avviene il contagio
Il contagio dello Streptococco avviene per via aerea, attraverso la dispersione della saliva, poiché è un batterio che si trova nel naso e nella gola e si diffonde facilmente tra gli individui adulti e bambini. La trasmissione può, quindi, avvenire tramite semplici starnuti o colpi di tosse, senza le dovute cautele e protezioni. Inoltre, questo tipo di batterio è talmente contagioso che anche un soggetto infetto che stia parlando o ridendo può veicolare lo streptococco e l’infezione che ne consegue.
Cure e trattamenti
Se le modalità di contagio sono l’emblema della banalità, anche le cure e le terapie più efficaci sono piuttosto scontate. Infatti, per rendere innocui i batteri responsabili dell’infezione da Streptococco, il medico è solito prescrivere un trattamento a base di antibiotici, i principali dei quali sono la penicillina e l’amoxicillina (nei soggetti non allergici). Il trattamento così disposto è in grado di impedire la diffusione della malattia e le complicanze delle febbre reumatica.
La cura con antibiotici dovrà, di norma, durare una decina di giorni. Passato il primo giorno la febbre si sarà abbassata e, dopo ulteriori 2-3 giorni scompariranno ulteriori sintomi. Tuttavia, è bene ricordare che un paziente non trattato adeguatamente è contagioso fino a 21 giorni dal contagio, anche nel caso di un’infezione da Streptococco asintomatica.