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Superstizioni in Italia e nel mondo: origini e spiegazione

Il venerdì 17 è considerato il giorno più funesto dell’anno. Ma perchè? Oggi ci dedichiamo alle superstizioni in Italia e nel mondo: origini e spiegazione di quello che c’è dietro alle nostre paure. Infatti, nonostante non siamo più nel Medioevo ci ritroviamo anche a guardare con timore la presenza di un gatto nero che sembra guardarci con aria minacciosa e a toccare ferro o a fare le corna se incrociamo un carro funebre. Il progresso scientifico e il sapere del XX secolo non sono bastati per estirpare delle credenze che tramandiamo di generazione in generazione legate a credenze che oggi dovrebbero essere dimenticate. E invece no, le superstizioni diffuse nel passato sono tutt’oggi vivissime e oggi andiamo alla scoperte di queste curiosità.

Il significato di superstizione è legato ad un atteggiamento irrazionale dettato dall’ignoranza, oppure dalla suggestione o dalla paura. Un termine infatti spesso legato a cause occulte o ad eventi soprannaturali, nella maggior parte negativi, che trae origine dall’antichità.

Superstizioni e credenze popolari

Esistono intere popolazioni nel mondo che ancor oggi basano la loro vita sulle credenze antiche.
Milioni di persone sparse in ogni angolo del globo, anche nei paesi più che industrializzati continuano a credere fermamente che esistano cose che portano sfortuna o gesti che portano fortuna.
L’elenco delle superstizioni è lunghissimo, ma basti pensare che è dal 1200 che i gatti, in particolar modo quelli neri, hanno cominciato ad essere accomunati al male. All’epoca addirittura bollati come esseri legati a Satana, credenza che ha attraversato i secoli e che ancor oggi li vede associati alle streghe.
Per non parlare delle superstizioni popolari legate alla rottura di un specchio. Gli antichi erano certi che l’anima di una persona potesse andare in frantumi se lo specchio dove si fosse guardata si fosse rotto. Una cattiva sorte che ha caratterizzato anche l’epoca degli Antichi Romani ma che non ha smesso di vivere nei giorni nostri tanto da parlare di karma negativo per 7 anni davanti alla rottura della superficie riflettente.
Non si può quindi parlare di superstizioni medievali, perchè continuano a vivere tramandate da generazione in generazione.
Che le cose, i gesti o gli oggetti possano portare o non portare sfortuna e che ci vengono insegnate da quando siamo bambini sia dalla famiglia, sia da una tradizione popolare che governa ogni cosa e che ci sta intorno.
Inoltre è da dire che pur non vivendo nell’epoca oscura del Medioevo non ci sentiamo ancora padroni di una serie di eventi di cui poco si conosce, ed è da questi lati oscuri che nascono le superstizioni, diventando degli strumenti utilizzati dalla psiche per dare un senso a ciò che non conosciamo.

Superstizioni italiane e le loro origini

  • Venerdì 17: la cattiva reputazione del numero 17 è una di quelle credenze che ha visto diverse attribuzioni fra le popolazioni delle diverse ere, rafforzandosi epoca dopo epoca. In epoca romana ad esempio il 17 era scritto con XVII , anagramma di VIXI, il cui significato era “Sono vissuto”, una frase allora utilizzata sulle tombe che in epoca moderna è stata sostituita con RIP, ossia “Riposa in pace”. Anche nell’antica Grecia il numero 17 era considerato negativo, perchè in mezzo tra il 16 e il 18 che all’epoca erano pensati come numeri perfetti rappresentanti due quadrilateri perfetti.
    Se poi il numero 17 viene legato anche al giorno venerdì, secondo le superstizioni italiane la sfortuna diventerebbe enorme poichè nella religione cristiana Gesù Cristo è morto venerdì.
    Ricordiamo anche la sfortuna legata al giorno 13, che sempre secondo i cristiani era il numero riferito a Giuda, il traditore che si sedette a tavola con Gesù e i 12 Apostoli durante l’ultima cena.
  • Gatto nero: secondo le antiche credenze italiane risalenti al Medioevo il gatto nero porta sfortuna, soprattutto quando taglia la strada davanti ad una persona, la quale dovrebbe fare tre passi indietro prima di proseguire sulla sua strada oppure aspettare che qualcun’altro passi. Una superstizione che come abbiamo visto trae origine dal pensiero che il gatto nero sia un essere demoniaco.
  • L’olio a terra: fra le superstizioni napoletane che non tendono a scemare c’è quella che riguarda il far cadere l’olio. Accomunato all’oro liquido, l’olio viene da sempre considerato come un elemento rappresentante la ricchezza e che non si deve quindi sprecare, quindi se esso cade e va sprecato si dice porti disgrazia alla casa. Ma i napoletani sono ricchi di ingegno e a questa sfortuna hanno trovato il rimedio: buttateci subito sopra del sale e poi buttatevelo dietro le spalle perchè ricordatevi che anche quest’ultimo è legato alla sfortuna e alla povertà e solo gettandolo dietro alle spalle si allontana la maledizione.
  • Il martedì: fra le superstizioni e le credenze popolari siciliane quella più nota è che di martedì non bisogna fare lunghi viaggi e neanche convolare a nozze. Il perché nasce ancora dalla religione cristiana che considera il martedì come giorno in cui nel rosario si recitano i misteri dolorosi, giorno quindi legato al concetto di dolore.

Superstizioni nel mondo

  • Se in Italia il gatto nero è visto come un elemento sfortunato, le superstizioni inglesi lo vedono invece come beneaugurante, soprattutto se vi attraversa la strada, e meglio ancora se vi state andando a sposare, perchè rappresenta il simbolo che i guai vi hanno sfiorato senza prendervi.
  • Quando si parla di superstizioni marocchine ci si spinge verso credenze di ogni genere e arrivano storie legate soprattutto al malocchio e alle pozioni magiche. Una credenza semplice vede il caffè rovesciato accidentalmente come beneaugurante e indicatore di un imminente guadagno di soldi. Se invece vi dovete sposare le credenze marocchine vi consiglieranno di fare un bagno nel latte insieme alle vostre amiche il giorno prima delle nozze, perchè questo porterebbe alla purificazione della persona e dei sentimenti.
  • Se l’occidente guarda con aria sospetta il numero 13 e 17, l’oriente non è da meno con altre numerazioni, e fra le superstizioni giapponesi vediamo una x sul numero 4, considerato sfortunato perchè una delle sue pronunce è “shi”, ossia “morte”. Non stupitevi quindi se entrando in un hotel non noterete la camera numero 4 o se l’ascensore passerà dal terzo al quinto piano.
Published by
Anna Franceschi