Quella tra USA e Cina è una vera e propria Guerra Fredda, per usare un concetto che a oggi sembra desueto ma che, in realtà, è più calzante di quanto sembri. Battaglie a colpi di digital e divieti social: a farne le spese, anche stavolta, è sono i trend TikTok, anzi proprio il social più amato dalla GenZ. Da qualche giorno infatti il Montana lo ha reso illegale, divenendo così il primo stato americano a bandirlo. Ma la lista delle nazioni che vietano l’utilizzo di TikTok non è affatto corta e questo è solo l’ultimo dei tasselli di un “ban” che più social non si può. Scopriamo allora dove non è possibile utilizzarlo e soprattutto quali sono le motivazioni alla base di questi divieti.
Il Governatore del Montana Greg Gianforte ha da pochissimo firmato una legge che vieta l’utilizzo di TikTok nel suo stato, mettendo di fatto al bando l’applicazione cinese gestita da ByteDance. A differenza di altri stati USA, infatti, che hanno esclusivamente bloccato il social sui dispositivi governativi, il Montana ha esteso a tutti il divieto di utilizzare l’App con sanzioni che possono arrivare anche a 10mila dollari al giorno per Apple Store e Google Store, ovvero per tutti coloro che consentano di scaricare il social.
La motivazione arriva direttamente dal Governatore attraverso Twitter: “Al fine di proteggere i cittadini del Montana e impedire al partito comunista cinese di ottenere i loro dati privati, ho bandito TikTok dal Montana”. Ma c’è una piccola clausola, ovvero che i cittadini del Montana che hanno già scaricato l’App potranno continuare a utilizzarla senza incorrere nelle sanzioni. Ma solo fino a gennaio 2024 quando la legge diventerà effettiva.
Alcuni creators americani presenti sul social non ci stanno e alzano la voce contro quella che, a tutti gli effetti, sembra essere una vera e propria censura. Cinque creators si sono appellati alla libertà di espressione contenuta nel Primo Emendamento della Costituzione presentando ricorso e, quindi, iniziando una battaglia legale. Tra loro, infatti, c’è anche l’avvocato Ambira Kumar che aveva già lottato contro Donald Trump nel 2020 sempre contro il divieto di TikTok.
Ma la rivolta dei creators, come previsto, si svolge soprattutto su TikTok perché molti di loro hanno dichiarato che non smetteranno di fare video e contenuti digitali, al contrario utilizzeranno proprio il social incriminato per trasmettere i loro messaggi. Come quello di Swellcchrissyp, che mette in luce una vera contraddizione tutta americana affermando: “Chi se ne frega del comunismo cinese se le pistole vanno alla maggiore in America.”
Negli ultimi anni, TikTok è diventata una delle applicazioni di social media più popolari al mondo, consentendo agli utenti di creare e condividere brevi video divertenti e coinvolgenti. Tuttavia, nonostante la sua enorme popolarità, l’app ha affrontato numerose controversie e critiche, che hanno portato alcuni paesi a vietarne l’uso.
Nessuna discussione sui divieti di TikTok può prescindere dall’India, il primo paese ad adottare questa misura. Nel giugno 2020, il governo indiano ha deciso di bandire TikTok insieme ad altre 58 applicazioni cinesi, citando preoccupazioni sulla sicurezza dei dati degli utenti. Il governo indiano ha affermato che queste app minacciavano la sovranità e l’integrità dell’India, e si ritiene che abbiano agito in risposta a uno scontro militare tra l’India e la Cina lungo il confine himalayano.
Con le stesse motivazione date dalla Cina (preoccupazioni per la sicurezza nazionale), nel giugno 2020 il Bangladesh ha deciso di vietare TikTok, insieme ad altre applicazioni cinesi. Il governo ha citato il contenuto “immorale e osceno” presente sull’App come motivo principale per il divieto. Il Bangladesh, va sottolineato, è un paese con una forte etica conservatrice e l’uso di TikTok era stato oggetto di dibattito per qualche tempo prima del divieto effettivo.
Nel mese di ottobre 2020, anche il Pakistan ha vietato TikTok, citando preoccupazioni per il contenuto immorale e osceno, nonché problemi di privacy dei dati. Il Pakistan ha affermato, infatti, che l’App non aveva adottato misure adeguate per prevenire il contenuto inappropriato e il cyberbullismo, che il Paese sta cercando di combattere. Proprio per questo il divieto è stato revocato dopo poche settimane, quando TikTok ha accettato di introdurre controlli più rigorosi per prevenire l’uso improprio del social.
Il divieto di TikTok in vari paesi, quindi, è stato motivato principalmente da preoccupazioni sulla sicurezza dei dati, l’integrità nazionale e il contenuto inappropriato. Le questioni relative alla privacy, alla sicurezza e alla protezione dei minori continuano a essere al centro delle discussioni sul social più controverso di tutti. Mentre alcuni paesi hanno scelto di vietare l’App completamente, altri hanno preferito imporre regolamenti più rigidi o richiedere misure di sicurezza aggiuntive. In un’epoca in cui le applicazioni di social media sono sempre più diffuse, i governi di tutto il mondo stanno cercando di trovare un equilibrio tra il potenziale di innovazione e i rischi connessi all’uso di tali piattaforme.