Si vociferava che il contouring fosse una tecnica make-up oramai obsoleta, eppure è bastata appena una scintilla per riportarlo a galla in una chiave quasi del tutto inedita. Messo temporaneamente in ombra dal più moderno strobing e, ancor più spesso, da uno strategico posizionamento del blush sugli zigomi, questo è recentemente tornato in una versione evoluta che esaudisce pienamente il proposito di bellezza naturale espresso della base viso tipica delle tendenze odierne.
La vera novità, nella concretezza dei fatti, è il nome. Questo corrisponderebbe ad underpainting ed ha, come prevedibile, già tutta l’attenzione della beauty community quanto di celebrities del calibro di Hailey Baldwin Bieber, Jlo e Kendall Jenner. Madre del contouring 2.0 è l’affermata make-up artist Mary Phillips, fidata professionista la quale di consuetudine ne cura gli invidiati look. In cosa consiste? È presto detto.
Discostandosi dall’originaria idea di contouring per una netta e maggiore naturalezza percepibile a colpo d’occhio, il già popolarissimo underpainting altro non fa, in realtà, che rispolverare ed ispirarsi alle regole primarie che negli anni hanno costituito l’autentico pilastro a reggere le basi del make-up fotografico.
Questo consisterebbe infatti nell’invertire i passaggi che come di consuetudine si seguono per realizzare il trucco viso, procedendo a scolpirne i volumi mediante prodotti dalla formula cremosa prima di applicare il fondotinta. Correttori ed illuminante saranno dunque da anteporre a quest’ultimo, dando vita ad un accurato gioco di chiaroscuri come primo step.
Fondamentale sarà assecondare i lineamenti del volto esaltandoli e correggendone quelli ritenuti come difetti prima di stendere il fondotinta tramite spugnetta o pennello ampio, sfumando diligentemente il lavoro eseguito in ultimo. Il risultato? Quello da chiunque fortemente bramato di un incarnato spiccatamente radioso, dal tono omogeneo ma che appaia al contempo sorprendentemente naturale.